L’allenatore del club friulano si racconta nel corso di una lunga intervista
UDINESE INTERVISTA STRAMACCIONI INTER MORATTI SPALLETTI / UDINE – Andrea Stramaccioni, allenatore dell'Udinese, ha rilasciato una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport'.
L'INTER DI MORATTI – “Quando Moratti mi comunicò che doveva vendere l’Inter capii che ero finito anch’io. Faticava a parlare. Non per me. Per lui: l’Inter è la sua vita. Con lui ho avuto un rapporto Intenso, quotidiano, quasi paterno. Sono una sua creatura. Se fosse rimasto credo mi avrebbe riconfermato. Fino a gennaio tutti remavano nella stessa direzione. Dopo, per il terremoto in arrivo, si è persa l’unità d’intenti. Di alcune professionalità mi sono lamentato col presidente. E' giusto che il nuovo presidente abbia poi scelto un suo allenatore. I tifosi dell’Inter? Anche nei momenti più brutti non mi hanno mai fischiato. L’Inter resterà sempre in un angolo prezioso del mio cuore”.
RIMPIANTI – “Uno solo. Non aver potuto dare continuità al girone d’andata. Avevamo battuto Juve, Milan, Napoli, Fiorentina, stavamo in alto, giocavamo bene. Poi mi è toccato contare anche 16 infortunati per una sola partita…”.
LA RISSA CON CASSANO – “Antonio partì bene. A gennaio, quando sono iniziate le difficoltà , qualcosa si è rotto. Ci siamo detti tutto in faccia. Alla nostra maniera”.
KOVACIC – “Mateo è il più grande talento del campionato. Sono contento di aver rotto tanto la scatole a Moratti per prenderlo e di avergli lasciato un bel regalo… Con Mateo mi sento ogni tanto”.
SPALLETTI – “E’ il ‘mio’ allenatore, fin da quando lo spiavo nascosto tra le siepi di Trigoria. Dopo la vittoria sul Napoli di Mazzarri, con gol di Guarin su schema da angolo, Luciano mi telefonò da San Pietroburgo: ‘Te tu ormai sei allenatore…’. I suoi consigli sono stati preziosi per il giusto approccio con Udine. Verrà per Udinese-Napoli”.
SIRENE INGLESI – “Sono stato a Los Angeles, da gennaio a marzo. Avevo avuto un contatto con una squadra di Premier e ho capito che dovevo irrobustire il mio inglese. Sono tornato a scuola: dalle 8.30 alle 12.30, dal lunedì al venerdì. Corso avanzato a Ucla”.
UDINE – “La risposta migliore l’ha data l’Udinese che mi ha affidato un progetto importante che riguarda anche i giovani. Qui la parola 'progetto' non è vuota. Mi basta la stima degli addetti ai lavori. Stankovic? Il nostro rapporto forte è nato dopo Parma-Inter. Lo tolsi, eravamo in svantaggio. Il guerriero voleva restare in battaglia. S’infuriò. Il giorno dopo però venne a dirmi: 'Mister, avevi ragione tu. Mi opero al tendine'. Ci siamo abbracciati. La sera che lo chiamai per dirgli dell’Udinese non mi lasciò finire: 'Io ci sto'. Eravamo una coppia. La mattina dopo era già a Udine”.
DI NATALE, MURIEL, SCUFFET – “Di Natale ha ancora voglia, Muriel è un attaccante da top club. Visto da vicino ne sono certo. Ma la mia scommessa deve vincerla lui. L’unico limite che ha Muriel è se stesso. Scuffet? Abbiamo studiato un programma di crescita graduale e lui ha capito. Anche Buffon, dopo l’esordio boom nel Parma, nel torneo successivo tornò alle spalle di Bucci”.
S.D.