ITALIA CONTE EUROPEO MONDIALE / ROMA – Nuova Italia, solito Antonio Conte. Il commissario tecnico azzurro, in una lunga intervista rilasciata al 'Corriere dello Sport', si racconta e racconta le ultime news Italia ed i suoi primi mesi alla guida della Nazionale, tra progetti, futuro e sensazioni: “La nomina a Ct mi ha dato grandissimo entusiasmo, passione e voglia di misurarmi con una nuova realtà. Ho trovato un gruppo di calciatori molto disponibili che ha subito sposato la mia idea di calcio. Sono stati giorni intensi, dovevo far capire l'idea di calcio che volevo proporre”.
FUTURO – “Da calciatore ho avuto la fortuna di giocare sia il Mondiale che l'Europeo. Ti lasciano emozioni importanti. Aver firmato per due anni non è stato un obbligo, ma la prassi: tra due anni scadrà la Federazione e io sono un tipo che le cose le vuole guadagnare. Ora penso a guadagnarmi l'Europeo. Nel caso lo meritassi, poi, mi piacerebbe continuare il mio lavoro. Certo che accarezzo l'idea del Mondiale, ma il prolungamento devo guadagnarlo in questo percorso dimostrando di essere la persona giusta al posto giusto, non solo per i tre scudetti”.
QUALIFICAZIONI EUROPEI – “Squadre materasso non esistono più. Siamo in un girone con Croazie e Bulgaria, la Norvegia si farà rispettare e anche Malta e Azerbaigian non vanno sottovalutate. L'obiettivo immediato è la qualificazione, poi dovremo lavorare sodo senza porci obiettivi. E togliendoci l'aria di presunzione”.
CLUB – “Se mi manca la musichetta della Champions con i club? L'ho sentita tante volte anche da calciatore. Con tutto il rispetto, l'inno nazionale dà più brividi e emozioni”.
GIOVANI – “E' cambiata la tendenza: ora la Nazionale è una vetrina per farli giocare nei club e non viceversa. E dobbiamo fare chiarezza sul concetto dei giovani: se uno è bravo, gioca. Poi c'è la realtà del mercato: Immobile è andato al Borussia per 20 milioni, cifra che in Italia nessuno può spendere: Anche le grandi qui devono stare attente ai bilanci. Zaza? Per fortuna che c'è il Sassuolo. Nella Juve o nell'Inter non troverebbe quello spazio. Con gli stranieri siamo più disposti a rischiare perché portano curiosità. Anche Giaccherini, si fosse chiamato Giaccherinho, avrebbe avuto un'altra storia”.
CONVOCAZIONI – “Chi avrei voluto alla Juve tra quelli che ho in Nazionale? Non faccio nomi, ma è evidente che c'erano giocatori inaccessibili. Ora ti senti padrone di scegliere un giocatore che non potevi avere. Stiamo dando un input puntando su giocatori carismatici ed affiancando loro altri di 23-24 anni. La mia Nazionale sarà un piccolo club, devi individuare 25-30 giocatori, perché altrimenti il progetto deve ricominciare sempre dall'inizio. In difesa sono tranquillo con Barzagli, Chiellini, Ranocchia, Bonucci, Astori e poi c'è Paletta. Rugani? Ha un grande avvenire. Romulo può avere un posto, ma da esterno. Jorginho lo chiamerò se dimostrerà di essere più bravo. Insigne, Gabbiadini e Borini fuori? In Nazionale devi avere sostanza e esperienza, non pochi minuti e un paio di gol. Altrimenti significa che in Nazionale può andare chiunque. Montolivo ha gamba, può fare l'interno. Nei radar c'è anche Aquilani e seguirò anche Pellè, perché sta segnando anche in Inghilterra”.
UNDER – “Partivamo da una base solida, con Sacchi che aveva fatto un buon lavoro con Viscidi, al quale ho affiancato Sandreani. La Nazionale può essere la locomotiva che traina tutto il movimento giovanile. Ritengo fondamentale l'obbligatorietà di avere un numero di giocatori italiani in campo. Le seconde squadre sarebbero un esperimento positivo, ma solo con limiti di età”.
ALLENATORI – “Ammiro Guardiola che ha portato qualcosa di importante nel calcio. Poi mi piacciono i vincenti, quindi Mourinho: non si vince mai per caso. E mi intriga molto Louis van Gaal“.
BALOTELLI – “La sua esclusione? Non ho voluto mandare alcun messaggio. Qualche giocatore non mi aveva ancora dato un responso sul campo, lui come Cerci, e la scelta di non convocarli è stata molto naturale. Non ci sono preclusioni nei confronti di nessuno, vedremo come lavoreranno e come si comporteranno in campo e fuori”.
INZAGHI – “Ho trovato un bellissimo clima a Milanello. Lui conosce l'ambiente, come me quando tornai alla Juventus da allenatore, e si vede dai rapporti che ha con tutti. Quando sei un leader devi rendere tutti partecipi: questo ti dà il 5-10% in più per la vittoria”.
LOTITO – “Essendo consigliere federale e restando fuori dagli spogliatoi se c'è o non c'è non cambia la vita. I giocatori lo sanno: in campo andiamo noi e li comando io”.
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