Il difensore belga, capitano del City, racconta i difficili anni dopo l’infortunio al tendine d’Achille
CITY ROMA CHAMPIONS LEAGUE PELLEGRINI KOMPANY / MANCHESTER (Inghilterra) – Vincent Kompany è uno dei punti fermi del Manchester City. Il difensore belga è il capitano della squadra allenata da Pellegrini, che stasera ospita la Roma in Champions: una carriera quella del nativo di Uccle che non è stata sempre rose e fiori, specie dopo un grave infortunio. “Mi diverto sempre quando sento dirmi che non sono cambiato per niente come mentalità. Sono sempre stato testardo e tenace sin dai 6 anni. Penso di aver sempre avuto una forte personalità. – ha confessato Kompany a 'La Gazzetta dello Sport' – Dopo l'infortunio al tendine d'Achille ho lavorato in modo duro per recuperare. Più la gente perdeva fede in me, più mi accanivo. Ricordo di essere stato da solo a fare esercizi in palestra nelle vacanze di Natale. Quando sono tornato in campo ho notato di aver perso un po’ di velocità e agilità. È stato uno shock, pensavo che non sarei più tornato ad alti livelli. Poi nell'estate 2008 mi sono sentito di colpo come ai vecchi tempi. Da un giorno all’altro ho ritrovato il vecchio feeling, mi sono sentito quel giocatore che pensavo non sarei mai più stato”.
M.D.F.