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IL PUNTO DI CM.IT – Tutti profeti ma solo in patria: la dura vita dei ‘cavalli di ritorno’

Nuovo appuntamento con le analisi di Calciomercato.it. Rievocando il caso Ramirez

IL PUNTO DI CM.IT / ROMA – A volte ritornano, altre volte – ma molto più raramente – mettono radici all'estero e diventano grandi lontano dalla madrepatria. Sono tanti i casi di calciatori italiani partiti con mille sogni nella valigia e tornati poi a casa con gli onori dovuti al 'cervello in fuga' e il bagaglio spesso carico di delusioni. Il filo conduttore è sempre lo stesso: chi lascia la strada vecchia per la nuova quello che lascia magari lo ritrova, ma sempre con la coda fra le gambe.

QUANDO L'ERASMUS VA BENE – Sono pochi gli italiani che escono indenni dal 'frullatore' del mercato globale. Marco Verratti è il “secchione” di un gruppo che conta gente come Criscito e Bocchetti, profeti in Russia ma non più in patria, dopo che la Nazionale li ha scaricati. O ad esempio altri giovani come Donati e Caldirola, che all'estero stanno trovando sicuramente più spazio di quanto ne avrebbero trovato nelle big italiane. Graziano Pellè fa storia a sé: lui in Italia non aveva spazio, in Premier sta facendo sfracelli. Un caso più unico che raro.

CAVALLI DI RITORNO – Già, perché in genere accade l'esatto contrario. Tutti profeti in patria, l'arduo è affermarsi altrove, soprattutto dove il campionato è più difficile. Celeberrimo ormai il caso Cerci, che ha toppato in Spagna dopo aver sbandierato (o meglio “fatto sbandierare”) la mediocrità del calcio italiano. Forse aveva ragione lui, ma mai come stavolta avrebbe preferito aver torto. Flop che più flop non si può, come tanti che lo hanno preceduto e altri che lo seguiranno. Borini, maybe Balotelli, forse addirittura Diamanti e Gilardino, che invece si sono pure affermati, ma in Cina: bella forza. Cavalli di ritorno che sanno galoppare solo a casa propria. Del resto si sa, chi si somiglia si piglia, per dirla con Cerci .

PASSA (E RIPASSA) LO STRANIERO – Poi ci sono i cavalli stranieri, quelli che non sono italiani ma sono riusciti a rendere bene soltanto in Italia, e quindi scalpitano per andar via per poi tornare fortemente ridimensionati dopo anni o addirittura mesi. La scorsa estate Menez e un tragicomico Papu Gomez, da top a Catania a flop pure a Bergamo. A gennaio aspettatevi un altro paio di operazioni nostalgia, su tutte quella che vuole Ezequiel Lavezzi con le valigie pronte per tornare in Italia, Milano o Napoli che sia, oppure i “turchi” Sneijder e Pandev in orbita Juventus e Genoa.
A giugno ne potreste rivedere molti altri, dal 'Coco' Lamela a Gaston Ramirez passando per Ciruzzo Immobile, vittima sacrificale del disastro Borussia Dortmund. Perché l'Italia la disprezzano tutti, ma poi, gira e rigira, alla fine tornano sempre qui. Chissà perché…

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