Sono solo 26 i punti, raccolti da Pippo in 18 giornate, e ben 35 dal l’olandese in 19
MILAN INZAGHI SEEDORF CONFRONTO BILANCIO/ ROMA – Come sempre sono i numeri a fare la differenza e, ad una sola giornata dalla chiusura del girone di andata, è arrivato il momento di tracciare un bilancio in casa Milan. Bilancio, che sembra bocciare Filippo Inzaghi e che rivaluta ancora una volta l'operato di mister Clarence Seedorf, vittima di un esonero che ha sempre stonato con i punti ottenuti.
L'olandese, per il momento, ha vinto la sfida con Il suo successore. I numeri, parlano chiaramente: in 19 gare l'ex Botafogo ha conquistato ben 35 punti, solo 26, in 18, l'italiano (una media di 1.8 punti contro 1.4). Molti potrebbero contestare questi numeri, ribadendo che Pippo ha riportato l'armonia all'interno dello spogliatoio e che ci vorrà solo del tempo per ottenere dei risultati. News Milan certamente ottimistiche, alla luce della pessima prestazione contro il Torino dove mister Inzaghi ha attuato dei cambi difficili da comprendere come quello Alex–Menez che ha portato la squadra a schierarsi con un 5-4-0.
Eppure, le condizioni ambientali erano tutte a favore di Pippo: la fiducia incondizionata di Galliani, l'appoggio del presidente e una stampa spesso 'amica'. Lo stesso non si può dire per Clarence, arrivato a campionato in corso, mai presentato da Berlusconi (non è certamente un dettaglio di poco conto) e mai realmente sostenuto dalla dirigenza.
Pippo, sgravato dalla Champions, ha potuto lavorare settimanalmente e ha soprattutto avuto a disposizione un organico più forte rispetto a quello gestito da Clarence. Il calciomercato estivo – avallato da Inzaghi – ha permesso poi di rafforzare la rosa con gli innesti di Diego Lopez, Bonaventura, Alex e Menez. Seedorf, invece, riuscì ad ottenere il solo Taarabt, diventato ben presto l'idolo della tifoseria, ed Essien, praticamente mai utilizzato. Pippo ha poi avuto anche un Honda in più nel motore, dopo i primi mesi di ambientamento, e un El Shaarawy recuperato (almeno fisicamente).
Capitolo gioco: in 18 partite si fatica, a parte le sfide con l'Udinese e con la Roma, a trovare un incontro dove la squadra ha realmente convinto. Inzaghi ha cambiato ogni domenica formazione, schema, idea sulle marcature (prima a zona poi a uomo) dimostrando una evidente confusione. Ora, solo il girone di ritorno potrà dirci se confusione farà ancora rima con delusione o nella peggiore delle ipotesi, media quasi da zona retrocessione…
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