SERIE A PUNTO CALCIOMERCATO.IT GIRONE ANDATA / ROMA – Adios apertura, bienvenida clausura. Ok, non siamo in Argentina e non si assegna un titolo a metà strada, se non quello puramente pirresco di campione d'inverno. Ma la fine del girone d'andata della Serie A rappresenta pur sempre uno spartiacque, il momento per fermarsi un secondo e tirare un attimo le somme in corso d'opera. Chi ha sorpreso, chi ha deluso, chi semplicemente si è riconfermato e chi invece deve lavorare ancora tanto. Ecco, Calciomercato.it fa come a scuola. Pagelle di fine quadrimestre, promossi, bocciati e rimandati. Via alle danze.
LE PROMOSSE: LA JUVE E LE SORPRESE
Grande conferma per la Juventus, e non era per nulla scontato. Girare la boa con 5 punti sulla seconda, dopo tutto quello che è successo quest'estate, vuol dire avere davvero una salute di ferro. Non è la Juve dello scorso anno, e ci mancherebbe, ma vedremo a fine stagione se Allegri farà dimenticare Conte e la Supercoppa. Promossa con lieve riserva la Roma, che si è confermata a buoni livelli ma ha lasciato intravedere le prime crepe di una stagione sicuramente più logorante di quella scorsa, con la Champions di mezzo. Se Garcia saprà tenere saldo il timone e superare le varie grane (Destro, Gervinho, le assenze continue in difesa) il primo posto non è ancora un miraggio. Due parole vanno spese sulle grandi sorprese di queste prime 19 giornate. La Sampdoria di Mihajlovic, coriacea, generosa e tremendamente cattiva: con Eto'o nel motore chissà cosa può accadere, ma occhio agli eccessi militareschi di Mihajlovic, potenziale boomerang. Il Palermo di Iachini, fresco ed esuberante come i suoi argentini: resta solo da capire se cala Dybala quanto potrà reggere. La bella Lazio di Pioli: al netto delle assenze la più valida alternativa al Napoli per il terzo posto, nonostante lo stop di ieri. Sassuolo ed Empoli, giovani, belli e soprattutto italiani: grande merito a Di Francesco (presto in una big) e al sottovalutatissimo Sarri (classe '59, non proprio di primo pelo), che dovrebbe avere qualche punto in più in classifica e sul curriculum. Menzione d'onore per Montella e la sua Fiorentina: con tutti i guai che sta passando, essere ancora lassù è un piccolo miracolo.
LE RIMANDATE: IL NAPOLI E I 'WORK IN PROGRESS'
Partiamo da chi è arrivato ad un passo dal traguardo: il Genoa di Gasperini. Gran campionato, gran gioco ma un forte calo nell'ultima fase e soprattutto la solita schizofrenia al vertice: che errore la cessione di Pinilla prima di aver trovato il sostituto! Chi invece ha qualcosa su cui riflettere è il Napoli. E' ancora la candidata principale al terzo posto, ma la sensazione è che si potesse fare qualcosina di più. Il momento è positivo, vedremo come si evolverà anche in chiave Europa League, mega chance per il Re di Coppe Benìtez. Contro ogni trend attuale, diamo una seconda chance anche a Milan e Inter. In molti lo dimenticano, ma parliamo di due squadre che stanno attraversando una profonda rivoluzione e un nuovo progetto. Con caparbietà e la giusta dose di pazienza la stagione si può ancora raddrizzare. Pazienza anche per l'Udinese: il progetto di Stramaccioni è in divenire, i fasti di Guidolin sono lontani ma ci sono prospettive e un allenatore capace. Resta da capire come si muoverà la società per il dopo Muriel, e naturalmente per l'imminente post Di Natale.
BOCCIATE: DEL PARMA E DI ALTRI DISASTRI
Iniziamo dal fondo, o meglio di chi il fondo lo ha toccato e raschiato. Dopo il mercato disastroso e l'inizio shock, il Parma sta ora attraversando la dolorosa fase di transizione societaria. I prossimi 15 giorni saranno cruciali. Cesena, Chievo e un mercato da ristrutturazione, più che da riparazione: solo così ci può essere qualche speranza di sopravvivenza. Chi invece sembra spacciato è il Cesena, una squadra obiettivamente troppo debole per restare in questa categoria. Di Carlo è un dead man walking e la B è solo questione di tempo. Male anche il Cagliari: curiosità per Zola, ma Zeman è stato un brutto flop. Non bene il Torino – ma dimenticare Cerci e Immobile non è semplicissimo – e l'Atalanta, classica sindrome da fine ciclo. Chiudiamo con le veronesi: ordinaria amministrazione, anzi ordinaria sofferenza per il Chievo, occhio anche al Verona. L'eccezione è lo scorso anno, non quello attuale. Ma i primi a capirlo devono essere Mandorlini e i calciatori, altrimenti dal tunnel non si esce: dal calo al crollo il passo può essere molto, molto breve.
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