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Juventus, Conte: “Andare via scelta di testa e non di cuore, la Nazionale non era nelle mie idee”

Il ct sulle date: “Ho proposto di partire a Ferragosto, sarebbe un problema per le vacanze di voi giornalisti”

NAZIONALE CONTE JUVENTUS CT EUROPEI TEVEZ / TORINO – Dalla rottura con la Juventus all'avventura nella Nazionale, dai tre Scudetti di fila agli Europei del 2016. Tanti i temi toccati da Antonio Conte, ospite a 'TuttoSport' dopo la visita a Vinovo, ma sono soprattutto le news Juventus a caratterizzare i pensieri delll'attuale tecnico dell'Italia. “Quando vedo giocare calciatori con cui ho avuto rapporti molto intensi… Faccio fatica a vedere la Juventus come mi è successo anche in passato, quando andai via da Bari. É una fatica soprattutto emotiva, l'anno prossimo sarà diverso per tutti quanti. – spiega Conte – A luglio si è chiuso un capitolo importante per me e sinceramente mi dispiace quando vengono fatti confronti, in eccesso o in difetto. La verità è che si è chiuso il ciclo mio, ma non quello della Juve. Abbiamo costruito un grattacielo e oggi sta agli altri provare a dare picconate, però bisogna essere bravi per farlo crollare. Oggi la Juve gode di una situazione ottimale perché noi siamo riusciti, con grandi sacrifici, a scavalcare tutti”.

L'ADDIO – “Penso di aver scelto molto con la testa e poco col cuore, perché il cuore mi avrebbe portato a continuare all'infinito con la Juve. É stata una decisione ponderata, a conclusione di tre anni molto intensi, vissuti con un dispendio fisico e mentale non indifferente, soprattutto da parte mia: partivamo da due settimi posti, con la qualificazione in Champions come traguardo lontano. Bisognava spodestare una squadra forte come il Milan, che aveva Thiago Silva, Ibrahimovic, oltre alla vecchia guardia. Quattro anni fa i rossoneri erano la Juve di oggi. Essere riusciti a tirarli giù dal trono e prenderne il posto è stato il nostro capolavoro. La mia è stata una scelta non serena, però onesta: avevo la morte nel cuore quando ho preso quella decisione. Ma ho pensato e penso che sia stata la soluzione giusta, per tutti”.

ARBITRI – “Le polemiche sono l'unica cosa che non mi manca e ne sono felice”.

TEVEZ – “Quando arrivò dal calciomercato si diceva che avrebbe rovinato lo spogliatoio, invece ho trovato un campione a tutti i livelli, calcistico e umano. Non ha mai creato problemi, è un valore aggiunto. A Tevez, a Pirlo, allo zoccolo duro, ho sempre detto: 'Se vi allenate male, per me è un problema'. Se, al contrario, il gruppo vede che Carlos e Andrea si allenano sempre, io posso stare anche con la sigaretta in bocca”.

NAZIONALE – “Se me lo avessero detto 5 anni fa non ci avrei creduto. Era una situazione lontana, non solo 5 anni fa. Lontana anche a luglio, sinceramente. Quando ho ricevuto la telefonata di Tavecchio ero al mare, in barca con la famiglia, in ciabatte. Sono andato nel negozio di un amico a farmi il guardaroba. Non ero pronto e non era nelle mie idee una cosa del genere”.

STAGE – “Chi mi conosce, sa che con me non è tempo perso. Due, tre giorni sono importanti per il gruppo, per i ragazzi, per rinfrescare le situazioni. Non convoco per giocare una partita a scopa o a briscola, ma per dare un seguito alle idee. Sulle date c’è un dato di fatto. Il 10 giugno inizia l'Europeo, poi leggo che il campionato finisce il 22 maggio. Capita solo in Italia. Allora dico: sono sbagliate, ma non è un favore a me, deve essere una scelta ponderata, sensata. Ho proposto di partire a Ferragosto, sarebbe un problema per le vacanze di voi giornalisti, non delle squadre. Stesso discorso per gli stage. Se il mio lavoro si scontra con qualche interesse, non ci posso fare niente”.

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