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Calciomercato, Raiola: “Balotelli, che errore il Milan. Ibra? Potrebbe rinnovare”. E su Messi…

Le parole del super agente che fa il punto sul futuro dei suoi assistiti

CALCIOMERCATO RAIOLA BALOTELLI MILAN IBRAHIMOVIC MESSI HAMSIK DYBALA / MILANO – E' il super agente dei super calciatori e quando parla, ovviamente, fa sempre rumore. Mino Raiola a tutto campo, in una lunga intervista concessa a 'La Gazzetta dello Sport' nella quale fa il punto sul futuro dei suoi assistiti.

BALOTELLI – “Tra tutti quelli che ho gestito non ho mai incontrato uno costretto a subire tutte le sue ingiustizie. Con gli altri ho fatto sempre di testa mia, con lui no. Mi chiese di andar via dal Manchester City ed io, da padre, l'ho accontentato riportandolo in Italia. Uno dei più grandi errori della mia carriera. Al Milan serviva un leader e lui non lo è. Il Liverpool è diverso dagli altri club. Sta attraversando un momento che non aveva mai vissuto: a Liverpool o fai quello che dicono loro o non giochi, poi l'infortunio e la figlia, con la donna che non gli dà pace. Non ha senso chiedersi se è la piazza giusta: è l'unica piazza”.

IBRAHIMOVIC – “Resta al Psg, sicuro. Ha ancora un altro anno, chissà che non rinnoviamo ancora. Con lui le decisioni vanno prese anno per anno. Non ha intenzione di smettere. Merita il Pallone d'Oro dieci volte più di Messi. L'addio al Milan? Si arrabbiò con Galliani e non gli parlò per due anni”.

NEDVED – “Facemmo una cena con Moratti e Mourinho, che gli disse che all'Inter avrebbe vinto il Triplete. Parlò con gli Agnelli: alcuni gli dissero di andare, altri no. Poi rimase e l'Inter vinse”. 

HAMSIK – “Quando dicevo che bisognava venderlo valeva 60-70 milioni di euro. Poi si è seduto, l'ambiente si è saturato, non ha più stimoli. Non potevamo continuare insieme, avevamo filosofie contrarie”.

MESSI – “Lo avessi avuto io gli avrei già cambiato squadra quattro volte, ma non per i soldi perché quelli li avrebbe guadagnati anche per forza di rinnovi. Ma perché sarebbe migliorato”.

DYBALA – “Prima c'erano undici ruoli, ora due: chi segna e chi no. Quelli che fanno gol valgono soldi, quelli che non li fanno hanno un prezzo normale. Dybala fa gol in Italia, dove si segna poco, ed in una piccola squadra. Un merito che gli aprirà le porte di una big”.

BABACAR – “Non fa abbastanza gol? E infatti non rinnova ancora. Ha fatto bene a Modena, ma ora l'importante è che giochi”.

ALLENATORI – “Tra i miei top Zeman, poi Zaccheroni. Mourinho grande a sfruttare le potenzialità dei giocatori. Ancelotti? Ibra diceva che gestisce i giocatori con gentilezza incredibile. Mancini? Ibra criticava che il suo gioco si basasse troppo sull'avversario. Conte è l'unico grandissimo allenatore in Italia. Allegri è perfetto per il dopo-Conte”.

L.P.

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