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Juventus, Del Piero: “Il Milan e non l’Inter l’avversario di sempre, Pogba non va ceduto”

L’ex capitano bianconero su Inzaghi: “Lo vedo un filo invecchiato. Ma è normale: in Italia è complicato fare gli allenatori”

JUVENTUS MILAN ALLEGRI DEL PIERO CHAMPIONS / MILANO – Per Alessandro Del Piero quella contro il Milan è la sfida. Con la maglia della Juventus ne ha giocate tantissime ed in più il suo rapporto con la società rossonera è sempre stato speciale: della partita di sabato sera e di tutte le altre news Juventus l'ex capitano ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport'. “Il Milan è stato l'avversario di sempre, l'Inter invece è diventata competitiva solo in certi anni. – le parole di Del Piero – Berlusconi mi voleva già nel '92, prima del mio passaggio alla Juve. Ma Agradi, Ds del Padova, chiese molti soldi e si inserì la Juve. Però a Berlusconi dico una cosa: adesso sono free agent, se mi vuole ancora sono qui… Scherzi a parte, sono felice della sua stima. Per il calcio e per il Milan, Berlusconi è stato importantissimo. Quanto finisce sabato? 2-1 per la Juventus”.

POGBA – “Il tifoso non rinuncia ai suoi campioni, quindi terrei Pogba. Anche perché è bravo, si comporta bene e quindi ci si affeziona a lui. E poi le due situazioni con Zidane sono imparagonabili: adesso sarebbe più difficile reinvestire nel calciomercato 100 milioni con la stessa efficacia con la quale fu sostituito Zizou, che in quel momento era il più forte del mondo”.

INZAGHI – “Lo vedo un filo invecchiato. Ma è normale: in Italia è complicato fare gli allenatori. Bisogna relazionarsi con molte persone, portare avanti con forza le proprie idee. Non è semplice, soprattutto al Milan che ha esigenze di vincere. La squadra rossonera è in ricostruzione, come l'Inter: però fa scalpore vederli lontano in classifica”.

MILAN – “La Juve ha una storia italiana anche per volere della famiglia Agnelli, che teneva molto allo Scudetto e al primato nazionale. Il Milan ha una vocazione europea per scelta di Berlusconi. L'albo d'oro rispecchia le inclinazioni e le ambizioni delle due società. Il Milan di Sacchi era il riferimento per tutti. C'era in ognuno la netta consapevolezza che quel Milan avesse cambiato il calcio. La squadra era cortissima, organizzatissima. Aveva una forza straordinaria. I tre olandesi sembravano adulti contro bambini”.

CHAMPIONS – “Sono ottimista. In casa la Juve può battere chiunque. Non conosco bene Allegri, ma penso che possa dare qualcosa in più proprio in Europa: con il Milan ha passato sempre il girone e credo che sia bravo a preparare questo tipo di partite. Quella coppa è maledetta per la Juve. Nessun tifoso è orgoglioso della vittoria del 1985 e anche per questo ha assunto ancor più valore il successo del 1996. Le altre tre finali perse in seguito si potevamo anche vincere, eppure…”.

ALLENATORE – “Sono ancora discretamente lontano. A breve non credo… Non è una decisione semplice, sto valutando alcune proposte sia calcistiche sia extra. Ci vorrà qualche settimana. Ma se arrivassero una proposta convincente e una soluzione ideale, giocherei un altro anno”.

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