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Calciomercato Milan, Inzaghi resta ma per il futuro è già caccia a Klopp e Montella

Il tecnico comunque destinato all’addio: la trasferta di Firenze decisiva

CALCIOMERCATO MILAN INZAGHI SEEDORF FUTURO KLOPP MONTELLA / MILANO – Doveva essere la stagione del rilancio e del ritorno ai vertici del calcio italiano. Ma per il Milan quella che sta stancamente andando avanti è un'altra annata fallimentare, la seconda consecutiva. Ma per adesso il calciomercato del Milan non prevede ribaltoni.  Dopo il pareggio interno contro l'Hellas Verona Pippo Inzaghi resterà sulla panchina del Milan ed oggi guiderà lui l'allenamento della squadra. Una conferma con riserva. Come scrive oggi 'La Gazzetta dello Sport', Silvio Berlusconi e Adriano Galliani hanno deciso di dare un'ultima chance al loro tecnico, ma la prossima trasferta di Firenze sarà determinante.

TASSOTTI, BROCCHI ED I DUBBI DELLA DIRIGENZA DEL MILAN

Il Milan si trova desolatamente al decimo posto in classifica, a 7 punti dal quinto posto che vuole dire Europa League (ma Lazio e Fiorentina giocano questa sera), fuori anche in Coppa Italia. Nel 2015 due sole vittorie, contro Parma e Cesena, nonostante il calciomercato Milan in entrata, con gli acquisti di Cerci, Destro, Antonelli, Suso, Paletta e Bocchetti, abbia dimostrato tutta la fiducia della società nei confronti di Inzaghi, nonostante una prima parte di stagione balbettante. Il tecnico è stato sempre difeso pubblicamente da Galliani ed anche Berlusconi, pur se la squadra non riesca ad esprimere quel gioco offensivo che il patron vorrebbe sempre vedere, non è quasi mai intervenuto per tirare le orecchie ad Inzaghi, che però lo ha fatto infuriare per la sostituzione Bocchetti-Pazzini di sabato sera. Inzaghi resterà fino alla trasferta del 'Franchi', ma più che per fiducia nei suoi confronti per i tanti dubbi che riguardano le altre soluzioni per la panchina del Milan da qui a fine stagione. Il vertice ad Arcore tra Berlusconi e Galliani è saltato, 'Super Pippo' salva il suo posto per l'assenza di alternative credibili. Brocchi, che sta guidando con ottimi risultati la Primavera rossonera, è considerato molto bravo ma non ha quella esperienza che servirebbe in questo momento e che, nella situazione analoga, è costata anche la conferma a Seedorf alla fine della scorsa stagione. C'è poi Mauro Tassotti, a cui però mai negli anni è stata data una chance in situazioni di emergenza.

IL GRANDE INIZIO DEL MILAN ED IL LENTO DECLINO

Eppure, riavvolgendo il nastro all'estate scorsa, tutti in casa Milan erano convinti che con Pippo Inzaghi ed il suo entusiasmo le cose sarebbero andate diversamente dalla stagione precedente. Le amichevoli estive avevano sollevato qualche dubbio, ma le prime due vittorie in campionato con Lazio e Parma, con addirittura 9 gol segnati, avevano certificato che sì, la scelta di Inzaghi era quella giusta per tornare al vertice. Nonostante sul mercato si fosse fallita la caccia al grande bomber scegliendo Torres. Fino alla sfida casalinga contro il Palermo tutti erano con Inzaghi. Poi lo 0-2 casalingo contro i rosanero ha di fatto capovolto tutto: da quel giorno, 2 novembre, il Milan ha vinto solo quattro partite in campionato più una in Coppa Italia contro il Sassuolo. Troppo poco per meritare una fiducia incondizionata. Anche perché la squadra in poche occasioni ha mostrato sul campo uno spirito guerriero, frutto pure della mancanza di veri leader carismatici all'interno dello spogliatoio.

KLOPP, MONTELLA E LE ALTRE PISTE PER LA PANCHINA ROSSONERA

La trasferta di Firenze deciderà il futuro immediato di Inzaghi, ma non quello che succederà alla fine della stagione. La conferma del tecnico è legata ad un Europa che oggi è molto lontana. Dopo tre cambi in due stagioni e mezzo la prossima scelta sull'allenatore non si dovrà fallire. Il grande obiettivo del Milan è Jurgen Klopp, per il quale Galliani è partito anche alla volta di Torino in occasione della partita di Champions League tra Juventus e Borussia Dortmund. L'alternativa è Vincenzo Montella, che sta facendo grandi cose alla Fiorentina ma del quale i viola non vogliono privarsi, specie se dovesse arrivare alla fine dell'anno un trofeo o la qualificazione in Champions League. In seconda fila Luciano Spalletti, libero dopo l'esperienza allo Zenit, e Cesare Prandelli, reduce da due fallimenti con Nazionale e Galatasaray.

Redazione

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