Le verità del presidente del club emiliano che attacca il numero uno della Figc ed il Sindaco di Parma
PARMA MANENTI TAVECCHIO PIZZAROTTI FALLIMENTO / PARMA – Giampietro Manenti contro tutti. Come sempre, dall'inizio della sua avventura. Salito in carica in qualità di nuovo presidente del disastrato Parma lo scorso 9 febbraio, il numero uno del club emiliano racconta le sue verità in un'intervista concessa a 'La Gazzetta dello Sport', fa il punto sulle news Parma e va all'attacco: “Perché non ho ancora pagato? La Procura sta lavorando ed io devo avere garanzie, non posso buttar via i soldi di altri. Se il 19 marzo prossimo viene dichiarato il fallimento della società il mio investimento finisce nella pattumiera – esordisce Manenti – Il denaro c'era e c'è ancora. Il 16 febbraio alle 8 di sera erano stati fatti i bonifici, poi sono stati annullati il giorno dopo. Ho telefonato alla sede centrale della banca, ma nessuno mi ha dato spiegazioni. Ci sono dei problemi, presto faremo il passaggio finale per sbloccare i soldi. Alla Camera di Commercio il Parma risulta ancora di proprietà della Dastraso“.
Il presidente gialloblu, poi, prosegue: “Abbiamo ripristinato tutti i servizi, rifatto il campo del 'Tardini' ed avevamo la disponibilità finanziaria per le partite con Udinese, poi rinviata, Genoa e Atalanta. Garantisco che metteremo qualcosa per i dipendenti prima del 19 marzo, è già nel piano di risanamento. Quel piano sarà la salvezza del Parma, a meno che i miei soci occulti non vogliano il fallimento. Chi sono? Tavecchio ed il Sindaco Pizzarotti. Il Parma è mio e loro due stanno facendo come Totò e Nino Taranto che volevano vendere la Fontana di Trevi ad un americano. Con il fallimento i dipendenti andrebbero tutti a casa, lo sanno questo? Era una situazione gestibile, il clamore mediatico ha bloccato tutto. Ieri sono stati consegnati alla cancelleria fallimentare i bilanci degli ultimi tre anni e lo stato patrimoniale del club fino a tutto febbraio 2015. I soldi arrivano dall'Italia e dall'estero e vanno a copertura dell'intero debito netto. Ghirardi? Se fosse dietro di me sarei un pirla”.