Il centrocampista croato ha dimostrato di essere un calciatore di livello mondiale
CRAQUE MOMENTO BARCELLONA RAKITIC / ROMA – Il Barcellona festeggia il suo secondo Triplete dopo una notte da sogno a Berlino. Nella finale in cui tutti aspettavano il meraviglioso trio Messi-Suarez-Neymar, però, è stato Ivan Rakitic ad aprire a sorpresa le marcature al primo tiro nello specchio. Il centrocampista croato ha finalizzato un'azione da stropicciarsi gli occhi trovandosi non per caso al punto giusto nel momento giusto, indirizzando di prima il pallone alle spalle di Buffon. In quello 0-1 si può racchiudere l'essenza di un fuoriclasse vero, trascinatore del Siviglia campione d'Europa League soltanto un anno fa, capace di imporsi anche in questo Barça extraterrestre pur senza rubare quasi mai la scena – questione ai limiti dell'impossibile quando davanti hai quei tre. Quest'anno Rakitic ha giocato 51 partite, ha segnato 8 gol e fornito 10 assist ma, soprattutto, ha dato la quadratura finale a un centrocampo già di altissimo livello. Se il Barcellona rasentava la perfezione, da quando è arrivato il biondo croato è praticamente impossibile trovargli un punto debole. Piedi buoni, corsa, fiato, senso della posizione, carisma: a 27 anni Rakitic è ormai ufficialmente uno dei più grandi calciatori del pianeta. E la gavetta se l'è fatta tutta…
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Ivan Rakitic nasce il 10 marzo 1988 a Möhlin, in Svizzera, da padre croato e madre di origini bosniache. Per lui la famiglia è importantissima, tant'è che sfoggia con orgoglio il nome del fratello Dejan tatuato sul braccio destro. Muove i primi passi calcistici proprio nel Möhlin-Riburg e non ci vuole molto al Basilea per notarlo e portarselo in Primavera all'età di 7 anni. Debutta dieci anni dopo, nel 2005, proprio con questa squadra, dove in un biennio si forma come calciatore professionista a tutti gli effetti e viene nominato Giovane dell'Anno oltreché vincitore del Gol Svizzero dell'Anno per una rete segnata al San Gallo – giusto per mettere in chiaro sin da subito che il fiuto sotto porta non gli è mai mancato. E vince la Coppa di Svizzera.
Nel 2007 vola in Germania, dove lo Schalke 04 punta forte su di lui. Lui lo ripaga con tre anni di grande calcio, in cui contribuisce anche alle campagne in Champions League della squadra. C'è anche spazio per una parentesi negativa: è stato sospeso per un breve periodo dopo essere stato pizzicato a far baldoria fino a notte fonda. Rakitic però dimostra che si è trattato solo di un episodio, mette la testa a posto nella ferrea Germania e nel 2010 si guadagna il passaggio al Siviglia, dove inizia la fase più importante della sua carriera. Acquistato per appena 2,5 milioni di euro, Rakitic diventa subito un pilastro in Spagna, dove in tre anni fa stropicciare gli occhi al mondo del calcio coronando una carriera fino ad allora fatta di consistenza ma solo un trofeo con l'Europa League 2013-14. Arriviamo così all'estate scorsa, quando il Barcellona decide che è il momento di acquistarlo. I resto – come si suol dire – è storia.
Parallelamente, la carriera con la Croazia è stata buona fin qui. Fa parte di una generazione d'oro che sembra voler emulare le gesta dei ragazzi del Mondiale 1998. Ha preso parte a Euro 2008 e 2012, oltreché a Brasile 2014, con 70 presenze e 9 gol. Ora sta mettendo paura all'Italia nel girone di qualificazione a Euro 2016. E scusate se è poco.