Una lunga intervista dell’ex centrale azzurro, che parla del capitano giallorosso e non solo
SERIE A LAZIO ROMA NESTA TOTTI / Tanti gli argomenti affrontati nella lunga intervista concessa da Nesta al 'Corriere dello Sport'. Si parla di Roma, della sua carriera e anche di Francesco Totti che, come lui, è stato protagonista di molte felici news serie A. Ecco quanto evidenziato da Calciomercato.it: “Sono cresciuto a Roma e mi manca la sua anima, per non parlare di mia madre e mio fratello. Sono più di dieci anni che sono fuori e quando ci torno l'apprezzo ancora di più”.
INIZI – “Abitavo a Cinecittà e prima non c'era nulla, dalla Playstation all'ipad, passando per gli altri sport. Come tutti quindi giocavo a calcio sotto casa. Partite che non finivano mai. Andrai poi nella squadra del quartiere, legata alla Roma. La mia famiglia era però laziale e mio padre in modo convinto. La Roma mi voleva e c'era stata un'offerta. Scattò però il veto di papà e così ho aspettato la Lazio, perché doveva andare così. A 7 anni i giallorossi mi avevano visto e segnalato in un torneo col Cinecittà, mentre a 8 feci un provino con la Lazio. Mio padre non saltava mai il lavoro, pensava solo a portare i soldi a casa per non farci mancare nulla. Quel giorno però ebbe un malore. Volevamo rimandare ma lui prese delle medicine e mi accompagnò comunque. Era destino”.
TOTTI – “Il primo incontro fu in Lodigiani-Lazio. Avevamo 8 anni ma già a quell'età Totti era Totti. Tutti sapevano quanto fosse forte e le aspettative erano molto alte, incredibili per un bambino. Ho avuto con lui sempre un buon rapporto, anche con i genitori. Eravamo già capitani, con me che al tempo giocavo a centrocampo. Era fortissimo e, calcisticamente, rompeva le scatole”.
ADDIO – “Sto seguendo la vicenda di Totti. Quel momento arriva per tutti e credo che la cosa migliore per un calciatore sia anticipare tutti. Quando c'è perplessità del club e si sente che il corpo non va più come prima, meglio decidere da soli e non farlo fare agli altri. Cosa gli direi? Gli farei i complimenti perché è ancora competitivo. Vorrei però uscisse alla grande, con delle belle parole, chiudendo quest'anno con una grande festa”.
Dai derby con Totti al rifiuto alla Juventus: i ricordi di Nesta
Roma, come tutte le città che vivono dei derby infuocati, ha all'interno della stagione un mini campionato a sé, con le stracittadine che hanno un peso importante: “C'era sempre tanto rispetto tra noi due. E' stato un grande amico e quando torno a Roma andiamo a cena. In campo sempre grandi battaglie, però poi rispetto reciproco. Con altri in campo me le sono date, e avrei voluto farlo anche fuori. Non con lui però. In campo forse gliele avrei date, ma fuori considerazione immensa e amicizia. Vi ho purgato ancora? Lì c'è stato un po' di attrito ma eravamo ragazzino in una città dalle forti pressioni”.
JUVENTUS – “Ho rifiutato la Juve perché non mi sentivo pronto a lasciare la Lazio. Due anni prima mi voleva il Real Madrid. Se ci penso oggi… Il destino mi ha però premiato con il Milan. Ho vinto quel che ho vinto ma lasciare Roma è stato come strappare delle profonde radici”.
DELUSIONI – “Due in particolare mi hanno ucciso. Il gol all'ultimo secondo all'Europeo, dal quale mi sono ripreso dopo sei mesi, e Istanbul, con la rimonta del Liverpool”.
FUTURO – “Nuovo Nesta? Mi pare Romagnoli. Spero la sua carriera sia importante. Credo che un giocatore debba disputare la Champions per affermarsi, così come i Mondiali. Devi competere al top per essere classificato come tale”.
Luca Incoronato




















