SPALLETTI INTER / Oggi, mercoledì 14 giugno, è il giorno della presentazione ufficiale di Luciano Spalletti come nuovo allenatore dell'Inter. Calciomercato.it sta seguendo in diretta l'evento. Ecco le sue parole in conferenza stampa sulle ultime news di calciomercato Inter e non solo:
SALUTI E COMPLIMENTI – “Buongiorno, vi ringrazio di essere qua. Volevo partire con dei complimenti a Vecchi e alla sua squadra per aver portato a casa un trofeo molto importante. Spero che i nostri campioncini facciano buon uso di questa vittoria, quando si vince si tende a volersi meno bene. Di solito sono loro che guardano noi, in questo caso siamo noi che dovviamo guardare loro. Bravi!”.
SCELTA INTER – “Quando mi sono immaginato questa storia, mi sono immaginato tante belle cose e le voglio vivere tutte e da più posizioni. Voglio essere in prima linea come attore, ma la vivrò in tutte le sfaccettature questa storia”.
IDENTITA' – “L'identità di gioco? Prima di tutto bisognerà essere una squadra. Ho pensato ad un 4-2-3-1, che torna abbastanza bene per le misure del campo, ma dobbiamo essere pronti a fare anche altre cose. Giocare con un modulo o un altro conta relativamente. Diventa fondamentale riconoscere determinati concetti, come quello di avere una squadra che sa dove vuole andare”.
FAIR PLAY FINANZIARIO E FUTURO PERISIC – “Chiariamo subito una cosa importante. E' qualche anno che non vinciamo niente: o facciamo qualcosa di diverso o continueremo ad avere sempre gli stessi risultati. Un calciatore o un altro non può determinare la vittoria di un titolo. Nella nostra squadra ci sono calciatori forti, ma devono entrare in un meccanismo di squadra. Io voglio che tutti i calciatori diano qualcosa ai loro compagni di squadra”.
ALLENATORE-GIOCATORI – “Chiedo ai miei calciatori di fidarsi di me. Io starò con loro al 100% in ogni situazione, Ci sono tutte le possibilità per riportare l'Inter dentro la sua storia”.
LA SFIDA CON LA ROMA – “Ringrazio Pallotta e la Roma per i messaggi che hanno mandato dopo la fine del campionato. Ringrazio soprattutto gli sportivi per l'affetto ricevuto quando ci siamo lasciati. La forza dell'avversario è davanti agli occhi di tutti. Non è fondamentale la posizione di classifica, ma la differenza di punti. Fare 8-9 vittorie in più potrebbe sembrare impossibile sulla carta. Ci saranno sicuramente delle reazioni, io loro li conosco bene. I miei ex calciatori sono professionisti, che evidenziavano la loro appartenenza. Senza appartenenza, non possono arrivare risultati. Quei calciatori lì, quella partita, ce la faranno sudare tutta. Al cubo! Gente come Manolas, Rüdiger, Strootman, Nainggolan… E' gente che sa qual è l'obiettivo che devono portare a casa. Dentro la loro testa hanno solo un'ambizione: fare risultato. Perdonatemi, ho dimenticato Dzeko, il capocannoniere della squadra. Per vincere le partite serve fare gol e lui ne ha fatti tanti. E in una stagione ha saputo ribaltare quello che non era facile ribaltare. Stessa cosa dovremmo fare noi con diversi elementi della nostra squadra. Ci ha portato a un successo importante, il secondo posto. Quella partita lì sarà, quindi, particolarmente difficile”.
GAP CON LA JUVE – “L'ho guardata attentamente la partita contro la Juventus e non mi è sembrato ci fosse tutta quella differenza di punti. Bisogna rispettarli, spesso loro sono bersaglio di cattiverie gratuite. Bisogna fare i complimenti ad Allegri. Quando si hanno calciatori forti, si pensa sia facile vincere. Vincere è difficilissimo, facile è avere calciatori normali e non vincere nulla. Il rispetto non deve essere confuso con timore. Non dobbiamo avere timore di giocarci, non inciamperemo sull'ultimo gradino della scaletta. Si andrà dritti in campo per vedere chi è più bravo”.
I MOTIVI DELL'ADDIO ALLA ROMA – “L'Inter mi ha contattato quando stava per finire il campionato, io avevo già detto a Pallotta che sarei andato via. Il fatto che si siano fatti comunque i risultati alla fine del campionato evidenzia che io mi identifico in ciò che amo. Sono stato contattato dall'Inter, sono contatti che voi scoprite sempre. Io non ho voluto fare discorsi diretti fino alla fine del campionato, poi avendo lasciato la Roma ringraziando ed essendo dispiaciuto di tutto. Dopo quella storia, questa era la cosa più bella mi potesse capitare. Non penso di aver offeso nessuno, ma ogni tanto qualcosa ci siamo detti ma certe cose possono servire per stimolare la squadra. Io ho simpatie selettive, ma non ho antipatie. A Roma ero diventato quello che divideva anziché unire. Eravamo dentro questo dubbio epocale, questo problema su che come sarebbe stata la gestione del Mito. Si è venuta a evidenziare una contrapposizione: l'amore per il calciatore più importante e che ha fatto vedere più di tutti ha prevalso sul sostegno e l'affetto per la squadra. Se io non riesco a mettere d'accordo queste due cose qua, non ho fatto bene il mio lavoro a Roma. Io ero in difficoltà, li ho sentiti i rumours della gente. Il mio lavoro è quello di essere tutti dalla stessa parte. Farlo vedere sulla faccia e nelle parole. Mi devo far da parte perché diventa un problema serio. Io spero che la Roma ora trovi la possibilità di essere unita verso il suo obiettivo”.
CAPELLO – “Capello è un grande personaggio di questo sport, da lui tutto abbiamo appreso qualcosa. Anche qui ci sono stati dei grandissimi capitani d'avventura come lui, voglio citare Herrera e Capello. Io con lui ho avuto un contatto migliore ai tempi della nostra esperienza in Russia. So che è entrato a far parte della famiglia Suning, spero di parlarci il prima possibile”.
CASTING PER LA PANCHINA DELL'INTER – “In che posizione mi avevate messo tra tutti gli allenatori? Per me ce n'erano anche di più davanti, ma non me ne frega niente! Io sto comodo in questa posizione. Tutti questi discorsi contano poco, io sono l'allenatore dell'Inter e mi voglio far carico della sua storia. Sento questa sfida in modo molto eccitante e ve lo farò vedere che la vivrò così!”.
LA SQUADRA – “Stiamo parlando con la dirigenza per creare una squadra più forte, anche se non sarà facile. Gli acquisti non vanno sbagliati. Stiamo lavorando e stiamo sentendo l'umore dei nostri calciatori. L'Inter forte deve essere l'Inter, non questo o quel nome. Non ci sono obiettivi individuali se non c'è obiettivo comune. Gli si racconterà ai ragazzi come è fatta la maglia e quanto pesa, gli si racconta tutto (…) Squadra adatta per il 4-2-3-1? Ho parlato di quel modulo perché ci sono particolarmente legato, ma è chiaro che durante una partita fare qualcosa che il tuo avversario non si aspetta può essere un piccolo vantaggio. Guarderemo la rosa a disposizione per metterli nelle condizioni di potersi esprimere al meglio”.
AUTODEFINIZIONE – “Le definizioni datemele voi! Io vengo dal paese di Leonardo, spero che qualche cosa dalla sfera venga fuori. Sono uno che si alza presto, viene a lavorare e torna a casa dopo aver svolto il suo lavoro quotidiano tutti i giorni (…) Io non sono più bravo degli altri, sono differente e ora si lavora a modo mio”.
SLOGAN – “Uno slogan possibile potrebbe essere: più siamo e più vinciamo!”.
DALLA ROMA ALL'INTER – “Chi porterei? Non è carino dirlo. Tu che ruolo giocavi? (rivolto al giornalista, n.d.r.) Attaccante? E allora porto Dzeko! Quelli della Roma io li ho amati tutti e ho un ricordo bellissimo di tutti. Ora mi sto innamorando di quelli dell'Inter”.
NAGATOMO – “Nagatomo è un ragazzo serio, è evidente che quando gioca butta dentro tutte le sue qualità oltre gli ostacoli. Ha giocato buone e brutte partite come tutti, ma sulla qualità e professionalità dell'uomo non gli si può appuntare nulla. Lui fa parte di quel ragionamento fatto col direttore perché nel suo ruolo abbiamo diversi calciatori e bisogna analizzare bene la cosa. Vuole sapere se resta o va via? (rivolto ad una giornalista giapponese, n.d.r.) Se lei non ha preso casa a Milano si può anche mandar via. Prenda casa qua!”.
JOAO MARIO – “E' un calciatore offensivo, ha la vocazione ad attaccare la linea di difesa. E' più facile che vinca la partita chi è padrone del campo. Per questo, a Roma, si portò qualche metro dietro Pjanic e si alzò Nainggolan, che fu uno scandalo. Lui mi sembra sia un calciatore con attitudini offensive. Parlando in generale, deve esserci la disponibilità a giocare o restar fuori, l'Inter ha bisogno di riserve forti. Facciamo subito una regola: chi esce dal campo non mi deve salutare”.
LO STAFF – “E' il migliore che potessi avere, stiamo parlando per migliorarlo nel modo migliore possibile. Vogliamo essere coperti 26 ore al giorno, con 2 ore di straordinario ogni giorno”.
ESPERIENZA ALLA ROMA – “A Roma ho imparato da tutti, anche dalle persone che non si vedono. Non si potrebbe cancellare anche se volessi”.
VECCHI – “Ho bisogno della sua collaborazione e dei suoi calciatori. Lui deve aspirare a prendere il mio posto”.
ICARDI – “Ha delle qualità incredibili, non perdiamole. Diamogli la possibilità di metterci un po' di appoggi quando viene a dare una mano ai centrocampisti”.
STIMOLI – “Quella dell'Inter sarà una storia piena, perché ci sono ancora più cose di quelle vissute ad Empoli o Ancona. Non è che sia più stimolante, io farei così in qualsiasi squadra, fino all'ultimo giorno”.
PUNTO D'ARRIVO – “Mah, dobbiamo essere tutti un po' ambiziosi. Speriamo prima di tutto di star bene, ovvero vincere le partite, perché se non vinco io non sto bene. Vincere poi aiuterà a lavorare in un'altra maniera. Poi per quanto riguarda il futuro dipenderà da quello che si riesce a realizzare qui. Se non cresciamo non viviamo”.
NUOVI ARRIVI – “Chiaro che sarebbe meglio avere tutti il prima possibile. Col direttore abbiamo già parlato. Siamo legati a delle vicende e le dobbiamo rispettare. Penso solo che poi sia chiaro per quelli che ci saranno e per quelli che arriveranno all'ultimo momento che poi bisogna sempre dare il massimo nella tempistica che abbiamo a disposizione. Mi sembra sempre di aver letto una frase di Herrera che diceva 'chi non dà tutto, non dà niente'. La faccio mia e ci metto da questo momento lavoro e appartenenza”.
ORIALI – “Lo abbiamo conosciuto tutti, lo abbiamo apprezzato tutti. Io di sicuro non creerò un tappo al ritorno di un personaggio come lui, ma questo devi chiederlo di più alla società”.
ICARDI CAPITANO – “Icardi è il capitano dell'Inter e strada facendo, oltre alle qualità di grandissimo campione quale è, avrà anche il doppio lavoro di indicare ai suoi compagni di squadra quali sono i comportamenti da avere”:
Le parole di Spalletti a 'Inter Channel':
MODULO – “E' chiaro che mi porto dietro un po' di esperienze fatte. Finché non cambiano le misure del campo, penso che il 4-2-3-1 sia un sistema completo per far venir fuori un buon gioco di squadra, con qualità offensive che determinano il risultato. Per vincere dobbiamo fare tanti gol. Gli equilibri sono fondamentali, ma al di là dei numeri dovremo attaccare la linea avversaria”.
CALCIOMERCATO – “Quando non si fanno risultati si tende a pensare che niente sia buono, ma non è così. Bisogna fare attenzione alla posizione brutta, qualcuno mi ha detto anche scandalosa, ma anche alla distanza di punti. Venticinque-ventisei punti di distanza sono 10 partite da vincere, sarà fondamentale cambiare qualcosa radicalmente”.
SENSO DI APPARTENENZA – “Senza il senso di appartenenza, non possono arrivare risultati. Io, per primo, dovrò assorbire tutto l'universo Inter”.
CALENDARIO – “Tutte le partite sono fondamentali, perché ognuna determina quel qualcosa in più che puoi mettere in quella successiva. Sono fondamentali anche gli allenamenti”.
PRIMAVERA – “Complimenti a Vecchi e ai suoi campioncini della Primavera. Si spera che i ragazzi continuino a volersi bene. Siamo noi che dobbiamo copiare loro”.
CALCIO CINESE – “L'ho seguito per un periodo perché mi incuriosiva e ho trovato grande qualità”.
LA SCELTA INTER – “Voglio riportare l'Inter a contatto della sua storia. L'Inter deve far pulsare i cuori a tutti i tifosi tutte le volte che scende in campo, evidenziando un'identità precisa. Tutti me ne parlano come una bega, io non penso che sia così ma, anche se fosse, accettare l'Inter sarebbe la bega più bella che potesse capitarmi”.
CALCIATORI 'PREFERITI' – “Per me i calciatori non sono tutti uguali. Ho più a cuore chi arriva presto per lavorare, nella nostra squadra ce ne sono diversi. Ci sono tanti calciatori bravi che non hanno avuto modo di mostrare il proprio valore”.
QUALITA' – “La squadra forte ha una personalità forte. Essere convinti di poter affrontare senza problemi chi è davanti è fondamentale, non tutti i calciatori hanno questa qualità”.
TIFOSI – “Se ci stanno vicini in questo momento qui, ci danno un'ulteriore mano. Più siamo a remare dalla stessa parte, più facile sarà riportare alla luce la grandezza della nostra storia”.
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