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Chelsea-City, Conte vs Guardiola: sfida tra i sovrani della panchina

Big match ai vertici della classifica. L’allenatore campione in carica contro Pep: gara per il primato

PREMIER LEAGUE CONTE GUARDIOLA / Da calciatori sono stati entrambi protagonisti a centrocampo. Un regista di caratura internazionale il primo, che già in campo faceva intravedere la stoffa di futuro allenatore, un interno estremamente duttile e grintoso il secondo: guerriero più che giocatore di classe. Parliamo di Pep Guardiola e Antonio Conte, oggi allenatori vincenti e pluridecorati. Calciomercato.it li mette a confronto in vista del big match più atteso d'Inghilterra: la sfida fra Chelsea e Manchester City.

Si sono trovati soltanto una volta faccia a faccia prima di appendere gli scarpini al chiodo. Era il 27 aprile del 2003, e al Delle Alpi si giocava Juventus-Brescia, terminata 2-1 per i bianconeri con un palo colpito proprio da Conte nel finale. Due carriere che si sono incrociate quasi per caso in quel momento, diventate influenti come due religioni solo dopo qualche anno. Da allenatori. Chi sta con Pep, chi con Antonio, senza necessariamente pretendere di detenere lo scettro della verità assoluta sul tema. Si tratta di modi diversi di interpretare il calcio che si ritrovano nello stesso obiettivo dichiarato: vincere.

Il buono e il cattivo, verrebbe da pensare osservandoli. Ma sarebbe un'analisi superficiale che si limiterebbe alle scene di un Conte tarantolato ad ogni gara, contrapposto a un Guardiola apparentemente meno coinvolto a livello emotivo, nascosto bene com'è dal suo aplomb e dalla sicurezza riposta nel suo credo calcistico. In realtà non è così, perché la cura maniacale rivolta alla preparazione della partita è la stessa. Da sempre. Dai tempi di Arezzo per Conte, da quelli del Barcellona B per Guardiola. Prime esperienze formative ma con esiti diversi. Pep ottiene la promozione in Segunda Division B vincendo i playoff, ma soprattutto la promozione voluta da Laporta ad allenatore della prima squadra. Antonio invece viene prima esonerato e poi richiamato sulla panchina dell’Arezzo, che però non riesce a salvare dalla retrocessione.

Chelsea-City significa Conte contro Guardiola: profili vincenti

Da allenatore del Barça Guardiola ottiene tutto: trofei, record, gloria eterna. Al suo primo anno in blaugrana centra il triplete, entrando di diritto nella Hall of Fame degli allenatori leggendari di tutti i tempi. E' il quinto a riuscirci in ordine cronologico ma, a differenza degli altri, Guardiola compie una rivoluzione calcistica dando vita all'era del tiki-taka: un possesso palla incessante, spesso snervante per gli avversari, possibile da attuare grazie alla presenza di fenomeni come Xavi e Iniesta a centrocampo. La certezza di quegli anni è una sola: chi incontra il Barcellona di Pep sa di non godere dei favori dei pronostici. Mai. Nella capitale catalana Guardiola è diventato un'icona non solo calcistica ma anche di costume, che lo ha portato a manifestare a favore dell'indipendenza della Catalogna dal governo centrale di Madrid.

Conte invece fa un po' più di gavetta, che però lo fortifica nel carattere e nella convinzione che un sistema di gioco debba essere funzionale agli uomini a disposizione, abbandonando l'idea del 4-2-4 portata avanti durante i primi anni di carriera. Poi arriva finalmente l'occasione di una vita, la panchina della Juventus. La panchina di una squadra bramosa di tornare ad essere la più forte dopo il caos Calciopoli, e che in quel periodo scotta terribilmente. Lui non la teme e si impone subito, riportando lo scudetto a Torino dopo nove anni e vincendo tutto quello che c'è da vincere in Italia, ma soprattutto ridando alla piazza un'identità forte e battagliera, specchio riflesso del suo allenatore. Ecco perché il suo improvviso addio provoca sconcerto e rabbia fra i tifosi. Quasi come fosse un tradimento.

Chelsea-City, Conte vs Guardiola: è caccia alla Premier League

Addii necessari per il disegno che il destino aveva già programmato ai nuovi sovrani della panchina. Ritrovarsi dopo anni di attività agonistica, in cui sembrava avessero fatto di tutto per evitarsi, è libidine per gli appassionati di questo sport. Li mette vicini la Premier League, come fossero due galli a contenderndersi il dominio dello stesso pollaio. Venti di sfida incombono, regalando uno spettacolo nello spettacolo a chi sarà pronto ad accomodarsi e assistere. Sugli spalti dell'Etihad Stadium o dello Stamford Bridge poco importa, perché Guardiola è diventato il faro del Manchester City dopo l'esperienza a Monaco di Baviera, e Conte il simbolo della rinascita del Chelsea dopo la parentesi alla guida della Nazionale. Blues campioni al primo anno sotto la guida dell'allenatore italiano, che a dicembre ha ricevuto complimenti e lusinghe proprio da Pep. Lo spagnolo rimane impressionato dall'ottimo torneo disputato dai londinesi fino a quel momento, divenuti a tutti gli effetti i favoriti per la vittoria finale a discapito del suo City. Ma perché Conte ha avuto la meglio? Ha saputo adattarsi meglio e più rapidamente al calcio inglese, fisico e veloce, forse più adatto ad uno come lui. Ma nella stagione in corso le cose potrebbero essere cambiate, e non per demerito dei campioni in carica. I Citizens infatti corrono forte in classifica, dove primeggiano con 16 punti sui 18 disponibili. Il Chelsea insegue a quota 13, ma la Premier è arrivata a un primo possibile momento di svolta.

Sabato ci sarà finalmente il big match allo Stamford Bridge. Il calcio brillante e spettacolare di Pep contro quello aggressivo di Antonio. Due filosofie, la stessa concentrazione nel preparare al meglio ogni aspetto della partita. Tuttavia Guardiola dovrà fare i conti con l'assenza della stella Aguero, out a causa dell’incidente d'auto che ha coinvolto l'argentino nelle scorse ore ad Amsterdam. Assenza determinante per le sorti del match? Di sicuro molto importante, che fa pendere il favore dei pronostici dalla parte di Conte. Chelsea-Manchester City è soprattutto Antonio contro Pep.

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