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Inter, Osvaldo rivela: “Diedi un cazzotto a Mancini, poi…”

L’ex attaccante ha parlato anche del periodo alla Roma

INTER OSVALDO MANCINI / Pablo Daniel Osvaldo, ex calciatore con un passato in molteplici club italiani, ha fatto il punto sulla sua carriera svelando alcuni retroscena. L'italo-argentino ha parlato di un episodio avvenuto con Roberto Mancini quando vestiva la maglia dell'Inter: “Gli tirai un cazzotto dopo quel famoso Juve-Inter. “Vuoi fare a botte?”. Lui: “Ma non dirmelo davanti a tutti”. Se non mi avesse cacciato avrebbe perso autorevolezza. Poi andai nel suo ufficio piangendo, mi vergognavo. E' un grande, con un bel carattere…”.

Sull'addio al calcio, invece, Osvaldo a spiegato: “Quanti soldi dalla Cina, ma non era più il mio mondo. Solo un business che odiavo. Ora c’è la musica. Con Sergio, Taissen, Julen e Agustin abbiamo fondato i “Barrio Viejo”. Vorrei ci ascoltassero per il nostro valore, non per il mio nome”. Nell'intervista rilasciata alla 'Gazzetta dello Sport', non manca un retroscena sulla chiamata del Siviglia: “A dicembre 2016 mi contatta Sampaoli, all'epoca al Siviglia: “Dani, non ti chiedo nulla. Fai ciò che vuoi in campo e fuori, ma mi serve una punta”. “Mister, ma c’è il Cosquín Rock (festival argentino, ndr)”. E lui: “Dimenticavo! Vai pure, di certo non puoi perderlo”. Due pazzi”.

LA CARRIERA – “Non ero un professionista? Ca**ate. Mi sono sempre allenato al top, parlavano perché ero stravagante. Al 90’ per me finiva tutto e non ero un Cristiano Ronaldo che faceva palestra a casa dopo l'allenamento. Ma questo cosa vuol dire? Avevo altri interessi fuori dal campo, pagai anche per questo. Ero un ribelle che ha commesso degli errori, ma ero comunque il migliore”.

RIMPIANTI – “A Roma avrei dovuto gestire meglio certi momenti. Ma lì c'è gente malata di calcio che ti insulta se non baci la maglia, quasi dimenticandosi dei 28 gol in 2 anni. Sarei rimasto un altro anno solo per farmi rimpiangere”.

GLI ALLENATORI – “Pochettino un top, ma Conte è il migliore: ti catturava. Poi Zeman. Diverso, meno sanguigno e più boemo, ma un grandissimo”.

RETROSCENA – “Omosessualità nel calcio? I gay ci sono, ma hanno paura del coming out. Il calcio non è pronto, verrebbero distrutti. Il doping? Prima c'era, ma la nostra generazione è più controllata”.

Mario D'Amiano

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