L’amministratore delegato di Infront su cosa cambia dopo l’assegnazione dei diritti tv
DIRITTI TV DE SIERVO / Luigi De Siervo, amministratore delegato di Infront, ha parlato dell'assegnazione dei diritti tv della Serie A nel prossimo triennio a MediaPro. Intervento a 'Radio 24', De Siervio ha spiegato: “Una battaglia legale probabilmente non porta nessun vantaggio, ma è corretto che Sky possa far valere i propri diritti come crede, nella maniera più piena. Noi siamo tranquilli perché abbiamo fatto un lavoro attento e profondo. La cosa più naturale è che Sky, seguendo un po' quello che hanno annunciato ieri, intervenga dinanzi all'autorità per la concorrenza e il mercato che ha 45 giorni per giudicare. Il caso peggiore che possa capitare è che al quarantacinquesimo giorno da oggi ci trovassimo senza l'approvazione che vorrebbe dire che la Lega sarebbe di fatto costretta a realizzare il proprio canale, non avendo più i tempi per esperire l'ennesima gara. Questo percorso di ricerca che abbiamo fatto in questi mesi ci ha portato individuare un paio di partner che sarebbero ben lieti, a fronte anche di un significativo minimo garantito superiore al miliardo e cinquanta, di sostenere la Lega in questo percorso, quindi la scelta del canale tematico, che è tanto temuta, è veramente l'ultima ipotesi residuale di sistema”.
COSA CAMBIA PER GLI SPETTATORI – “Quello che è successo in Lega è un fatto fisiologico di un mercato che si è aperto alla scelta di vendere ad un intermediario indipendente, il che non significa che questo cambierà le abitudini dei telespettatori che potranno restare abbonati a Sky e a Mediaset, ma anche probabilmente abbonarsi attraverso altre piattaforme, quindi altri operatori e questo renderà il calcio più visibile a tutti con modalità e forme più coerenti con il nostro modo di vivere”-
MALAGO' – “Giovanni Malagò ha seguito in diretta la nostra assemblea e quindi era vicino nella misura in cui lo si può essere in questo momento con tutte le forme collegamento possibile, ha condiviso il percorso dei commissari Corradi e Nicoletti, ma soprattutto era tutto scandito da un bando tecnico per cui c'era un automatismo nell'assegnazione laddove gli spagnoli avessero superato la fatidica cifra del miliardo e 50 milioni”.