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Roma, tutte le cause della crisi: dai troppi moduli al feeling tra giocatori

La squadra di Di Francesco è in difficoltà in questo inizio di stagione

ROMA DI FRANCESCO / La partita di ieri sera a San Siro ha segnato per la Roma la prima sconfitta in campionato. Un risultato che si è deciso solo a trenta secondi dalla fine, ma l'eventuale pareggio sarebbe andato certamente un po' troppo stretto al Milan, che ha disputato certamente una prova migliore rispetto a quella offerta dalla squadra di Di Francesco. Sconfitta che invece era stata evitata lunedì contro l'Atalanta, ma solo grazie ad un provvidenziale ribaltamento della gara nella ripresa, mentre contro il Torino alla prima giornata Dzeko era riuscito a sbloccare il risultato solo allo scadere. Tante sembrano essere le cause di questa partenza a rilento dei giallorossi. In primis la difficoltà nell'inserire così tanti calciatori in rosa: si percepisce un'assenza di feeling tra allenatore e i giocatori. A Roma dal calciomercato sono arrivati tanti giocatori e inserirli tutti nel meccanismo della squadra pare piuttosto complesso. Anche la condizione fisica pare essere un problema. Contro il Milan alcuni giocatori sono apparsi in netta difficoltà nel finale di gara e la rimonta contro l'Atalanta è avvenuta più per inerzia e determinazione che per superiorità a livello energetico.

Crisi Roma, manca un'identità

I troppi moduli cambiati da Di Francesco rappresentano un segnale chiaro: ancora la Roma deve trovare la sua identità. Ieri a San Siro la difesa a 3 si è rivelata un fallimento, con gli esterni di centrocampo Karsdorp e Kolarov rimasti troppo passivi e incapaci ad andare sul fondo per servire in area Schick e Dzeko. I due attaccanti poi hanno mostrato scarso feeling: le cose più interessanti si sono viste con l'inserimento di El Shaarawy e il passaggio al 4-3-3. Poche inoltre le idee di gioco: l'azione parte troppo spesso dalle idee di Kolarov o De Rossi, Nzonzi fatica a costruire e la convivenza con il capitano è ancora tutta da creare, mentre Pastore viaggia a corrente decisamente alternata (fin qui pessime le prove lontano dall'Olimpico). La posizione ideale dell'argentino sarebbe quella dietro le punte, ma ieri, alle spalle di Dzeko e Schick ha decisamente fatto male. Quale soluzione allora per Di Francesco? Vista la qualità all'ala sembra imprescindibile non puntare su una difesa a quattro e giocare con due esterni offensivi. Non è magari da escludere che si possa lavorare su un 4-2-3-1, con Nzonzi e De Rossi davanti alla difesa per far crescere tra loro il feeling e con un Pastore in posizione leggermente avanzata alle spalle di Dzeko, in quella che sarebbe la sua collocazione naturale. Possibile poi che sin da dopo la pausa possa trovare più spazio Lorenzo Pellegrini, vista anche la prova negativa di Cristante, subentrato dalla panchina.

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