Il giornalista del Corriere dello Sport in esclusiva a Calciomercato.it traccia un bilancio del 2018 nel massimo campionato
SERIE A ESCLUSIVA SPLENDORE / Il girone di andata in Serie A è ormai in archivio, il 2018 sta salutando: anche per il calcio è tempo di bilanci. L’anno che sta per chiudersi è stato caratterizzato ancora una volta dal dominio Juventus, arricchito dalla 'perla' Cristiano Ronaldo: l'arrivo di CR7 ha migliorato una squadra che sembrava non poter essere migliorata, l’impossibile che diventa possibile e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma, bianconeri a parte, che anno è stato per le squadre italiane? Cosa porterà il 2019? Calciomercato.it ha voluto tracciare un bilancio al termine del girone di andata con Fabio Massimo Splendore, giornalista del 'Corriere dello Sport', buttando l'occhio anche su quello che sarà: per tutte le notizie di calciomercato, CLICCA QUI!
2018 BIANCONERO – “Quest'anno può essere accomunato ai 5-6 precedenti anche se siamo arrivati all'impensabile: quando si è iniziato a parlare di Ronaldo alla Juventus in pochi ci credevano. Il suo arrivo è la prova che la Juventus è ogni volta migliorabile e questo era meno immaginabile. La squadra di Allegri è padrona del campionato, anche quest’anno la vittoria del tricolore non farà notizia, e va a caccia di quello che deve essere il grande obiettivo: la Champions League”.
MILAN – Se il 2018 della Juve è stato l'anno della conferma, per il Milan gli ultimi dodici mesi sono stati di transizione: “L'anno del Milan dovrà essere il 2019. C'è stato un passaggio di proprietà con nuovi sviluppi: i rossoneri hanno comunque fatto mercato ma credo che gennaio sarà il mese in cui dovremo vedere cosa riuscirà a fare la società per ritrovare la sua dimensione. Ieri è arrivata una vittoria di carattere che ha confermato la voglia della squadra di stare vicina a Gattuso. Mi aspetto un 2019 dove il Milan dovrà farci vedere che sta tornando anche a livello internazionale”.
ROMA – Dalla rivoluzione societaria del Milan a quella sul mercato della Roma: “I giallorossi hanno fatto una rivoluzione molta profonda di cui oggettivamente sembrava non ci fosse bisogno. Ma se si traccia un bilancio ad oggi, non si può dire che il problema siano state le cessioni. Per quanto Alisson è stato un colpo durissimo e gli addii di Naiggolan e Strootman hanno fatto molto discutere, non è lì che la Roma ha i suoi problemi: nella rivoluzione si sarebbe potuta fare una scelta migliore. Questo è il giudizio di istinti. Ma andiamo a vedere come sta venendo fuori Cristante, come sta venendo fuori Zaniolo, come si sta confermando Pellegrini. Questa rivoluzione che ha guardato ai giovani ha bisogno di tempo e forse questo sta arrivando a maturazione. Il problema è che il tempo viene concesso se metti qualche trofeo in bacheca e la Roma da un po' non vince: normale quindi la fibrillazione dei tifosi ma ci sono degli elementi per immaginare una seconda parte di campionato molto diversa dalla prima”.
PELLEGRINI – Anche perché nella formazione capitolina c'è una delle più belle conferme offerte da questo girone di andata e una delle sorprese del campionato: Pellegrini e Zaniolo. Fabio Massimo Splendore ai nostri microfoni dice: “Pellegrini si è confermato come giocatore importante. Mi piace immaginarlo come futuro capitano: ho sempre detto che a livello personale, anche come compostezza caratteriale e profondità di ragionamento, mi ricorda Agostino Di Bartolomei”.
ZANIOLO – “E' tra le sorprese della prima parte di stagione, insieme a Kouame. Per Zaniolo serve però equilibrio. Bisogna dargli il tempo giusto, collocarlo nella giusta dimensione: un ragazzo di 19 anni, con una straordinaria predisposizione al lavoro di squadra, muscolare, grande corsa e cuore. Questo si è fatto notare in una Roma un po' apatica ma non so se Zaniolo sia il trequartista cui aggrapparsi in questo momento. Credo che il trequartista cui la squadra deve fare riferimento è Lorenzo Pellegrini che ha questa idea di calcio verticale che è quella di Di Francesco. Tornando a Zaniolo, le sue prestazioni riabilitano un'operazione molto criticata, come quella Nainggolan, dove la Roma sembrava essere stata presa per il collo. Invece ha deciso di chiedere all’Inter il suo giovane migliore”.
SCHICK – Sempre in tema Roma, da decidere il futuro di Schick: “Contro il Sassuolo si è procurato il rigore e ha fatto un gol con personalità. La rete mi ha ricordato l'occasione con la Juve dello scorso anno: corsa verso il portiere, poi ha la forza di dribblarlo e di fare gol. Anche da Schick possiamo aspettarci qualcosa in più nel 2019, fermo restando il mercato dove la società e il calciatore dovranno decidere cosa fare”.
INTER – “Qualcosa in più poteva farla in termini di distacco dalla prima posizione. Spalletti alla fine il suo lavoro lo fa lievitare nella maniera giusta. Una buonissima Inter ma mi aspetto uno scatto con la corsa a Napoli ancora più serrata. Credo che dietro la Juve i posti non siano affatto definiti con tre posti per cinque squadre. C'è anche la Lazio che ha fatto più di quanto si attendeva, merito di Inzaghi. Sono mancati Milinkovic e Luis Alberto che stanno rivenendo fuori: ora c'è la pausa e bisogna vedere se servirà a farli tornare completamente. Se tornano quelli dello scorso anno, la Lazio può fare un bel salto”.
NAPOLI – “E' lì dove mi aspettavo, magari con meno divario dalla Juventus. Spero che questa distanza si possa accorciare. De Laurentiis il grande colpo lo ha fatto con Ancelotti che è un equilibratore in una piazza che soffre di grande empatia con la squadra. Lui è la grande risorsa di questo Napoli: l'impatto della perdita di Sarri era stato fortissimo per l'ambiente e Ancelotti è stato davvero un colpo di cinema”.