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Roma-Empoli, la conferenza stampa di Ranieri: “Dzeko e Schick devono giocare insieme”

Il nuovo tecnico dei giallorossi presenterà la gara contro i toscani

ROMA EMPOLI RANIERI / Il nuovo allenatore della Roma, Claudio Ranieri, parlerà in conferenza stampa per presentare la gara di domani dei capitolini contro l'Empoli. I giallorossi ripartono dal tecnico testaccino, dopo l'esonero di Di Francesco, per provare a raggiungere il quarto posto, ultimo obiettivo stagionale rimasto. Calciomercato.it seguirà per voi i passaggi salienti della conferenza.

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI

Sulle sensazioni – “Sono sempre belle. Questo lavoro mi dà emozione. Quando si cambia società si ha un qualcosa in più ma il ritorno a Roma è un qualcosa di speciale per noi tifosi romani. Il momento è difficile ma sono pronto a lottare”.

Su dove intervenire – “Ho svolto solo un allenamento vero, eravamo in 12. Oggi sarà il primo allenamento con qualche giocatore in più. Parlerò con ognuno di loto. L'importante sono le motivazioni. Voi siete in un momento negativo. Io dico che la Champions è molto vicina. Le prossime due gara saranno importantissime. Anche il pubblico lo sarà: i tifosi devono aiutarci. Da solo non ce la farà a portare la squadra in Champions. Con il pubblico mi sento più sicuro: con loro tutto può accadere. A loro chiedo aiuto”.

Un giudizio sui valori tecnici e sui tanti gol subiti – “Abbiamo fatto 49 gol per cui quello non è un problema. In difesa dobbiamo rientrare tutti velocemente. Non ho seguito molto la squadra perché giocavo in contemporanea. I gol subiti sono derivati spesso dai nostri errori. Se prendiamo gol su una palla che perdiamo, il calciatore che perde palla si sente colpevole. Questo non deve accadere, non dobbiamo perdere palla. Parlerò con loro e vedremo la soluzione più idonea”.

Cosa serve per crederci – “Mi aggrappo ai tifosi e alle motivazioni dei giocatori. Per reagire si devono sentire amati dal tifo. Ai tifosi chiedo questo: stateci vicino, abbiamo bisogno di voi. Noi vogliamo vedere la squadra arare il campo: voglio gente con rabbia e determinazione. Bisogna far vedere ai tifosi che i calciatori muoiono sul campo”.

Sul ruolo di Florenzi e Zaniolo – “Florenzi può giocare dietro e avanti, è universale. Dipende dalla partita: l'importante è che si riprenda. Essendo romano lo capisco. Ogni errore gli pesa maggiormente: deve tirare fuori la giusta romanità. Zaniolo deve giocare centrale: deve andare in possesso di palla. Io ho 2-3 Zaniolo e devo vedere chi può giocare più aperto. Magari sacrifico uno per dare il 100% all'altro. Il dubbio lo scioglierò parlando con questi giocatori. Devo vedere chi può darmi di più sugli esterni. Meglio avere uno che mi dà l'80% sugli esterni che il 50%”.

Sulla convivenza tra Schick e Dzeko – “Devono giocare assieme. Schick contro il Porto l'ho visto con una rabbia importante. Lui è fortissimo. Se si sbloccherà i tifosi si innamoreranno”.

Su Pastore – “Non l'ho visto quest'anno con la Roma. Lo conosco, ha una classe sublime. Ho bisogno di gente che faccia la differenza. Non guardo l'ingaggio o il nome. Dobbiamo essere una squadra: tutti devono aiutare tutti. Chi si impegna ha più possibilità di giocare. Non parlo di Pastore ma in generale. Se stiamo in questa situazione è perché i ragazzi non hanno dato quanto possiedono dentro. Ha pagato Eusebio, ora sono loro che devono rispondere. Io li aiuterò, Ci devono far vedere cosa vogliono e sanno fare”.

Sul suo futuro – “Io mi vedo qui con voi e domani in panchina, non vado oltre. Faccio passo dopo passo. Un'altra società non l'avrei presa in questo modo. Se la Roma chiama, devo rispondere di sì”.

Sull'umore della squadra – “Non conosco né il prima né il nuovo. Non mi interessano queste cose: non sono bambini, sono uomini. Devono dare il meglio. Non ci sono scuse. Conoscono il calcio e la palla: se la Roma li ha acquistati vuol dire che se lo meritano. Devono dimostrarlo. Voglio una squadra allegra e che lotta. I problemi li abbiamo tutti, io li tengo a casa”.

Sulle sensazioni al momento della chiamata dalla Roma – “Non mi ricordo cosa mi ha detto Totti. Mi ha chiesto dove stessi. Eusebio non l'ho sentito: capisco l'amarezza per chi viene esonerato. Io ho fatto un tifo spaventoso per lui, anche adesso. Mi dispiace: è un gran professionista. Tutti facciamo errori. Ho perso più quando sono andato via rispetto a quanto guadagnerò. Non sono stati i soldi che mi hanno fatto venire qui: è stata la maglia”.

Differenze con la squadra giallorossa allenata in passato – “Quella era una rosa al tramonto, sono riuscita a motivarla il primo anno e non il secondo. Per questo sono andato via. Fatemi sentire la squadra e poi saprò rispondervi. CI vuole l'aiuto del pubblico e dei giocatori. A loro chiederò tantissimo”.

Sulla piazza romana e sull'aspetto mentale – “Io ho scelto questa piazza per un fatto noto. Roma ti dà emozioni che in altri posti non sono così speciali. Qui si vive 25 ore al giorno di calcio. Se ne parla dappertutto. La squadra fa notizia. In Italia è una delle migliori. La nova proprietà cerca di fare del suo meglio, ci sta investendo un sacco di soldi. Logicamente a fine anno deve far quadrare il bilancio. Questo è tutto. Sull'aspetto mentale posso dire che è la prima cosa sulla quale intervenire. Bisogna volere fortemente un obiettivo. Entrare in Champions non sarà facile ma non mi arrenderò mai. Se si è negativi ci si arrende. Se si è caparbi cerco di capire il perché e scavalco il problema. Voglio calciatori che non si arrendono”.

Sui pochi gol di Dzeko e sul ballottaggio Olsen-Mirante – “Non è strano che i bomber abbiamo un anno negativo. Anche Pruzzo e Batistuta hanno avuto momenti negativi. Può darsi che questo sia uno di quei momenti. Vediamo alla fine del campionato cosa succederà. Sul ballottaggio vorrei vedere prima l'allenamento”.

Sulla possibilità di aprire i cancelli di Trigoria per sentire il calore del tifo – “Non lo so, non so rispondere. Dobbiamo trovare serenità, rabbia e determinazione”.

 

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