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Calciomercato, ESCLUSIVO il ct Rossi: “Vi racconto i talenti ungheresi. Su Szoboszlai…”

Il commissario tecnico della Nazionale ungherese si racconta ai microfoni di Calciomercato.it

UNGHERIA CALCIOMERCATO ROSSI / Il calcio s'alimenta di favole, della capacità di Davide di riuscire a battere Golia, com'è avvenuto con la vittoria dell'Ungheria contro la Croazia vicecampione del mondo. Ne abbiamo parlato con Marco Rossi, commissario tecnico dell'Ungheria protagonista con il suo staff quasi tutto italiano, discutendo in esclusiva per Calciomercato.it anche di giovani talenti ungheresi:

Partiamo dalla vittoria contro la Croazia. Ci racconta come ha costruito quella serata di festa, un successo così prestigioso?

“La Croazia era al completo, recuperava Perisic, Lovren e Rebic, quando si gioca contro squadre sulla carta nettamente più forti serve la serata di grazia sia sotto l'aspetto tattico che riguardo alla qualità tecnica. Tante componenti hanno concorso al nostro successo”.

Contro la Slovacchia, nella gara precedente rispetto alla vittoria contro la Croazia, lei ha fatto debuttare in Nazionale Dominik Szoboszlai, centrocampista del Salisburgo che ha impressionato tutti anche contro il Napoli in Europa League. Che prospettive s'immagina per questo talento classe 2000?

“Finora aveva giocato solo in Under 19, giovedì scorso ha debuttato in Nazionale, Dominik ha qualità tecniche notevoli ma impressionano soprattutto la maturità e la freddezza. Vari top club hanno messo gli occhi su di lui ma condivido la strategia del suo club che intende farlo crescere tra Salisburgo e Lipsia almeno per un campionato e mezzo, poi cederlo al miglior offerente. Si scatenerà un'asta, quindi una situazione dove le squadre italiane fanno fatica a competere eccetto la Juventus se sarà poi realmente interessata all'acquisto di Szoboszlai“.

Giovedì la sua Ungheria ha affrontato Marek Hamsik. Che impressione le ha fatto dopo i suoi primi passi nell'avventura cinese?

“Conosco bene il talento di Hamsik, nella scorsa stagione ho lavorato in Slovacchia, al Fk Dac, dove ci siamo classificati al terzo posto realizzando per numero di punti il miglior piazzamento della storia del club. Marek nel suo Paese ha vinto più volte il premio del Pallone d'Oro slovacco, penso che in futuro sarà sostituito da Skriniar come giocatore più rappresentativo. Contro di noi giovedì Hamsik ha disputato una buona gara, niente di eccezionale ma si comporta in campo da giocatore del calcio europeo, non cinese”.

Oltre Szoboszlai, ci sono altri talenti ungheresi che consiglia al calcio italiano?

“I migliori giocano ancora in Under 19, come Csoboth che gioca nel Benfica, Szereto, Schon o Schafer che è andato al Genoa. Mi aspettavo trovasse più spazio, finora ha giocato solo in Primavera, credevo in qualche apparizione in prima squadra. In italia c'è titubanza nel valorizzare i giovani, bisogna avere coraggio e prendere esempio da Mancini che talvolta ha dato fiducia a ragazzi che ancora non avevano troveto continuità nel proprio club”

L'esperienza da ct della Nazionale magiara sta valorizzando il suo lavoro. Ci racconta, però, come ha deciso di fare l'allenatore?

“Quest'avventura mi stuzzica, anche se è una strada in salita ci crediamo alla qualificazione al prossimo Europeo. I risultati non vengono per caso, con le Nazionali non c'è tanto tempo per lavorare ma cercheremo di fare il massimo sotto tutti gli aspetti. La scintilla riguardo alla volontà di fare l'allenatore è scattata quando ho giocato in Messico all'America con Marcelo Bielsa. Era ossessionato dalla tattica, ci faceva riprovare i movimenti un milione di volte, mi ha trasmesso quella passione”.

Ha vissuto una delle prime esperienze da calciatore al Campania Puteolana in serie C, in quel gruppo tanti allenatori di oggi come lei, De Canio, Scienza e Campilongo. Cosa c'era di speciale in quella squadra?

“Era un gruppo molto valido, una delle squadre più forti viste a Pozzuoli, arrivammo sesti ma potevamo anche vincere il campionato e andare in B se non avessimo avuto problemi economici. La vita di una persona evolve in base alle esperienze ma se più giocatori di quella formazione abbiamo poi scelto di fare gli allenatore il merito è sicuramente anche di Gastone Bean, il nostro tecnico nella stagione 86-87”.

Ciro Troise

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