L’amministratore delegato rossonero ringrazia Leonardo e Gattuso e traccia la strada per il futuro
MILAN GAZIDIS CAMPOS MALDINI / È tempo di fare chiarezza e ricostruire. Gli addii di Leonardo e Gattuso portano il Milan in una nuova era di rifondazione affidata al timoniere Ivan Gazidis che dopo i primi mesi di ambientamento e soprattutto di studio, del Milan e del calcio italiano, si concede ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport' in una lunga intervista nella quale svela i retroscena e i piani per un futuro all'altezza della storia rossonera. Partendo però dal fissare dei paletti fondamentali per chiarire quale era la situazione in cui si è trovato ad operare l'amministratore delegato milanista al momento del suo arrivo: “Elliott ha preso inaspettatamente il club alla fine di luglio e ha dovuto in un paio di settimane risolvere problemi enormi. Ha ereditato un club che non poteva pagare i propri debiti e sulla testa la spada di Damocle di pesanti sanzioni. Diciamolo subito: il Milan è stato salvato. Sono stati versati nel club 220 milioni di euro per rifornirlo di capitale e rispondere agli obblighi. Non farlo avrebbe significato bancarotta e rischio retrocessione. Subito dopo abbiamo preso Leonardo che ringrazierò sempre per il grande lavoro svolto in quelle settimane per risollevare il club. Gattuso? Rino rimarrà  un amico del club per sempre. Non lo conoscevo prima, ho un enorme rispetto per lui”.
Il piano di rilancio, però, adesso è chiaro: “Togliere dal Milan le zavorre finanziarie e rimetterlo nella giusta direzione, rendendolo un club moderno. Tre sono i punti fondamentali: 1) Riorganizzazione economica, con la capacità  di generare profitti e reinvestirli 2) Aumentare la qualità  della squadra, riportandola al top del calcio italiano ed europeo 3) Trovare le giuste soluzioni per lo stadio. Che sia San Siro o un nuovo impianto, dovrà  essere invidiato nel mondo”. Così come sono ben definiti la strategia di calciomercato e il nuovo corso tecnico: “Ci sarà  il giusto bilanciamento tra giovani di qualità  e giocatori che abbiano leadership ed esperienza. Ma la nostra strategia non è investire in giocatori top o che lo sono già  stati, ma in chi può diventarlo con la nostra maglia. Io non ho mai pensato a Campos, è un dirigente del Lille, dove sta facendo bene, e non verrà al Milan. Io quello che la stampa voleva far fare a Campos lo voglio far fare a Maldini. Non un ruolo di facciata ma assolutamente centrale nelle scelte tecniche. Aspetto la decisione di Paolo: poi prenderemo tecnico e giocatori. Il nuovo allenatore sarà scelto con cura: non importa l'età  o la nazionalità , importa che sia adatto a ciò che vogliamo fare e costruire”.