Serie A, mercato e lotta salvezza: a pochi giorni dall’inizio del campionato, i bianconeri starebbero provando il colpaccio. E Icardi deve decidere in fretta…
ESCLUSIVA FRANCESCO REPICE SERIE A / La Serie A è ai nastri di partenza e il mercato ha già detto tanto di quello che potrebbe essere la nuova stagione, anche se ancora rimane un ultimo scampolo. Noi di Calciomercato.it ne abbiamo parlato in esclusiva col radiocronista di punta di Tutto il calcio minuto per minuto, Francesco Repice.
Il campionato è ormai alle porte e la Juventus è per l’ottava stagione consecutiva la squadra da battere. I bianconeri dovranno temere qualcuno più a fondo delle dichiarazioni di rito?
“Devono temere loro stessi più che le altre squadre. Inter e Napoli si sono certamente rinforzate, ma non hanno ancora raggiunto il livello dei bianconeri. Peraltro, quello di Sanchez rappresenta sicuramente un buon acquisto da parte dei nerazzurri, ma non si tratta di prima scelta da affiancare a Lukaku. A Torino c'è stato un cambio di panchina importante ed è questo l'esame più delicato da superare. Ma dopo un ciclo di otto scudetti, due finali di Champions, quattro coppe Italia e quattro Supercoppe italiane non possono non essere ancora una spanna sopra tutti”.
Fra i capitoli più spinosi di questo calciomercato che volge al termine c’è sicuramente Mauro Icardi. A di là della sua futura destinazione, che idea ti sei fatto di questa situazione?
“Icardi deve andare via dall'Inter e deve farlo in fretta, anche perché non manca molto al termine del calciomercato. Wanda Nara, che oltre ad essere la compagna è anche il suo manager, ha chiarito che non andrà al Monaco. La Juventus rimane il sogno dell'argentino, ma i bianconeri avrebbero il problema di smaltire il numero di attaccanti in rosa. Il Napoli è l'altra compagine interessata e il suo approdo in azzurro libererebbe Milik più che farli giocare insieme”.
Le ultime ore hanno segnato anche il ritorno in Italia di Mario Balotelli. Quello del Brescia può essere considerato un grande acquisto anche in orbita Nazionale?
“E’ quello che ci auguriamo tutti noi da circa nove anni. Mario non è un fuoriclasse, ma è un buon giocatore con colpi straordinari e ogni volta che l'ho visto in allenamento, seguendo per l'appunto la Nazionale, mi ha sempre fatto sgranare gli occhi”.
Ti aspetti qualche altro colpo illustre da qui al termine del mercato, o i giochi sono fatti ormai?
“La Juventus potrebbe piazzare un colpaccio. O meglio, non mi sorprenderei se lo facesse. So che i bianconeri ci stanno provando per Neymar col Psg e la pedina per riuscire nell'intento di portare il brasiliano a Torino si chiama Paulo Dybala”.
La Roma potrebbe essere considerata la vera incognita del torneo, con una guida tecnica tutta da scoprire?
“Si, Fonseca incuriosisce ma la società ha cambiato tutto nel corso degli anni, a cominciare da quel concetto di bandiera che comunque costituiva un vanto ed un orgoglio per i tifosi giallorossi, con un peso ancora maggiore in questi anni di magra. Dopo gli addii di Totti e De Rossi anche quest'ultima frontiera è caduta. E questa è una cosa molto difficile da far accettare. La Juventus del dopo Del Piero ha comunque continuato a vincere e tanto. Diciamo che così è più semplice. Petrachi ha fatto un buon lavoro con il rinnovo di Dzeko, l’arrivo di Mancini. Ma manca ancora qualcosa oltre al sostituto di El Shaarawy”.
C’è molta curiosità attorno alla nuova Fiorentina targata Commisso. E' quasi fatta per Ribery, che di fatto con Chiesa e Boateng/Vlahovic potrebbe costituire un terzetto da fare invidia a squadre più blasonate.
“Assolutamente sì. Inoltre io credo nella voglia di riscatto del suo allenatore, oltre che della squadra dopo l'ultima negativa stagione. Vincenzo Montella ha avuto la possibilità di allenarla e costruirla nel corso dell'estate e questo potrebbe fare la differenza. Inoltre l'entusiasmo del suo presidente, oltre ad un capitale che nel calcio di oggi ha il suo peso, sono elementi fondamentali per la ripartenza dei viola”.
Lotta salvezza. Il Brescia ha messo a segno uno di quei colpi che alzano inevitabilmente l’asticella della qualità . Verona e Lecce invece sono pronte o il rischio di assistere ad una lotta ad armi impari come è stato per Frosinone, Benevento e Pescara negli ultimi anni è alto?
“Si, il rischio c'è ed è alto. Escluderei squadre come il Cagliari o il Genoa dalla salvezza, che rispetto all'anno scorso si sono rinforzate o che hanno cambiato, come nel caso del Grifone, anche sistema di gioco col nuovo allenatore. Il problema di fondo comunque rimane la riduzione delle squadre, che permetterebbe di fare altri ragionamenti. Il tutto passa dalla riforma dei nostri campionati e, ripeto, dalla riduzione delle squadre che partecipano ai campionati di Serie A e Serie B, altrimenti stiamo parlando del nulla”.