CALCIOMERCATO JUVENTUS FIORENTINA COMMISSO CHIESA / Rocco Commisso torna a parlare della sua Fiorentina. Il ricco proprietario dei viola, parlando dei cori beceri e del suo progetto, ha svelato anche alcuni retroscena di mercato: “Ho scoperto il potere degli agenti, la fragilità delle trattative. Volevamo de Paul, Raphinha, De Rossi, Nainggolan. Il prezzo per i primi due non era quello che ritenevamo giusto – le sue parole al 'Corriere dello Sport' – So cosa pensa la gente, ma io sono stato chiaro fin da subito. Non ho promesso la Champions, vogliamo fare meglio dell’anno scorso. Tra entrate e uscite siamo lì, abbiamo aumentato il monte ingaggi a 50 milioni ma è poco. Con il nostro fatturato non puoi spendere 230 milioni, devi cambiare quel meccanismo e aumentare i ricavi”. Clicca qui per restare aggiornato sulle news di mercato e non solo.
Federico Chiesa è stato un obiettivo della Juventus per tutta l'estate, ma Commisso ha ribadito la sua posizione: “Non abbiamo mai ricevuto una telefonata dalla Juventus o da qualsiasi altro club. La nostra posizione è sempre stata chiara. Però qualcuno continua a tirare fuori sempre la stessa storia, facendo del male al ragazzo. Leggo che Diego Della Valle mi avrebbe fatto lo sconto a patto di non vendere Chiesa: ma quando mai? Le pare che tolgano settanta milioni da una trattativa? Prima di scrivere fake news i giornalisti dovrebbero verificare le notizie, bastava farmi una telefonata. Quando lo vedo in Nazionale mi emoziono. Gli manca solo il gol. Deve sbloccarsi, spero lo faccia già sabato”.
Infine, il presidente ha parlato di stadio e cori beceri: “Non voglio più sentirli né sull’Heysel né su Scirea. Si va contro i miei principi. E non voglio più neanche quelli contro il sud. Io sono calabrese, Joe Barone è siciliano, Montella è napoletano, attaccare i meridionali è attaccare noi. Non so chi abbia fatto quei cori, non li conosco, ma non voglio più sentirli. Ai leader della Fiesole dico: controllate i pochi che lanciano quelle urla – prosegue Commisso – Nuovo stadio? Sono un po’ deluso. C’è voglia di fare, ma vedo un processo lungo, pieno di ostacoli. Un architetto mi presentò un progetto di restyling del Franchi dove le curve restavano uguali. Non mi piaceva. Volevamo una cosa diversa, con il pubblico vicino al campo e uno spazio vivibile per i tifosi. Poi abbiamo visto un altro progetto, molto bello, curve vicine, tutto coperto. Certo, preferiremmo costruire uno stadio da zero”.
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