BOJAN INTER ROMA BARCELLONA / Bojan Krkic, dopo una lunga carriera in giro per l'Europa, si appresta a vivere la sua prima stagione completa al Montreal Impact, nel quale è approdato ad agosto scorso, con un ottimo inizio: tre reti in otto partite disputate. L'ex del Barcellona, unico spagnolo ad aver segnato nelle quattro grandi leghe europee, ai microfoni di Calciomercato.it ricorda la sua avventura in Serie A ed analizza alcuni temi d'attualità, in vista della sfida tra azulgrana ed Inter in programma questa sera.
Bojan, come le va la vita a Montreal?
“Sono molto felice, per me è una grande sfida nell'ambito professionale e personale. Ho avuto l'opportunità di conoscere un nuovo campionato e una nuova città. Non vedo l'ora di iniziare la stagione”.
Il suo tecnico sarà Thierry Henry.
“Quando si è ufficializzato il suo arrivo, gli ho dato il benvenuto e le mie congratulazioni. Sa che sono felicissimo di poter imparare da un allenatore come lui. Con la sua esperienza aiuterà tanto la squadra e, ne sono certo, anche me personalmente”.
Che opinione ha della MLS?
“È un campionato in crescita, ci sono molti calciatori giovani ed allenatori con voglia di far bene. Credo che stia migliorando di anno in anno”.
Si immagina lì a lungo?
“Penso sempre meno nel domani, mi concentro su ciò che dipende da me, che è il presente. Sono a Montreal, molto felice e riconoscente a questa società. Giocare a calcio è ciò che mi piace di più e loro hanno avuto fiducia in me”.
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Facciamo un passo indietro, la tua avventura italiana è iniziata con la Roma. La chiamata fu del ds Sabatini…
“Walter è una persona speciale. Gli voglio bene, ebbe grande fiducia in me all'epoca e oggi, quando ci rivediamo, continua a riconoscermi quell'affetto che ha sempre avuto nei miei confronti”.
Ha potuto lavorare con Francesco Totti…
“Di lui ho tante immagini in mente. Totti mostrava come si poteva conciliare l'essere una leggenda in una squadra e una città come Roma e, contemporaneamente, una persona incredibile. Era totalmente aperto a tutti i compagni, inclusi i più giovani, parlava con chiunque arrivasse trasmettendo i valori del club. È uno dei più grandi professionisti con cui ho avuto l'onore di condividere spogliatoio e campo. Un esempio per tutti i calciatori”.
In seguito, l'avventura al Milan.
“Un'altra grande sfida, è un orgoglio aver vestito due maglie così importanti per il calcio europeo. Il Milan è uno dei club più grandi al mondo, è stato bello poter rappresentare i suoi colori durante una stagione”.
In attacco con lei, Balotelli ed El Shaarawy.
“Due calciatori che hanno avuto sempre un gran livello, sono stati importanti in Nazionale e nei loro club. Stephan a Milano e Roma ha lasciato la sua impronta e il talento di Mario lo conoscono tutti. Ho ottimi ricordi di entrambi”.
Cosa deve fare il calcio italiano per colmare il gap con gli altri campionati?
“L'essenza e la mentalità del calcio italiano sono chiare, è un campionato che si caratterizza per avere squadre molto ben strutturate tatticamente. Forse dovrebbe recuperare i suoi tifosi, mi piacerebbe rivedere pieni i suoi stadi. I grandi, poco a poco, si stanno ricostruendo: l'Inter è tornata in alto, il Milan è in una fase di transizione, cercando la sua strada”.
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Crede che i nerazzurri riusciranno a interrompere l'egemonia della Juventus?
“Sono un rivale in grado di preoccupare la Vecchia Signora, sì, per la loro rosa, l'allenatore, la mentalità… Stanno trovando continuità di risultati, ciò che è mancato in passato agli altri possibili club in lotta con la Juve. Anche il Napoli ci è andato vicino, ma gli azzurri sono stati meno costanti e per questo non sono riusciti mai a spuntarla”.
Che si aspetta da Inter-Barcellona di stasera?
“Sarà una gara dura, come tutte quelle che si giocano a San Siro. Il Barça farà fatica a trovare spazi e immagino un'enorme pressione da parte della tifoseria del Meazza. I blaugrana, però, arrivano con grande fiducia”.
Il fatto che i catalani siano già qualificati non è un vantaggio per l'Inter?
“Tutti i calciatori, quando ascoltano l'inno della Champions, dimenticano tutto il resto. Questa competizione ti dà un extra, e ancor più in un Inter-Barcellona. È il tipo di gara che qualsiasi calciatore vorrebbe disputare: chiunque scenda in campo, darà il massimo”.
C'è enorme attesa per la carriera di Ansu Fati, che ha strappato proprio a lei il record di goleador più giovane nella storia del Barça. Che consiglio gli darebbe?
“Ognuno vive la sua situazione personale e professionale in modo diverso. È difficile dare consigli, ma chiaramente un calciatore come lui ha bisogno di giocare ogni settimana. Se può essere in prima squadra va benissimo, altrimenti nel filiale. Si tratta di un giocatore in fase di formazione e deve crescere stando in campo ogni domenica”.
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Valverde è spesso criticatissimo dalla tifoseria azulgrana. Come si gestisce questo tipo di pressione?
“Le critiche ci sono sempre. Ci sono stati allenatori criticati nonostante una vittoria in Champions, altri cacciati via dopo aver alzato quella Coppa… Le aspettative, dirigendo club così grandi, sono sempre enormi, costanti. Tocca conviverci”.
Il suo amico Messi ha vinto un altro Pallone d'Oro.
“È meritato, da tanti anni dimostra di essere il migliore. Come tante persone che hanno giocato con lui, mi è rimasta impressa la sua capacità di convertire in semplice ciò che non lo è”.
Cristiano, in Italia, segna meno. Lei conosce i grandi campionati: è vero che in Serie A far gol è più difficile?
“Tutti i campionati hanno le loro difficoltà. Cristiano ha segnato ovunque abbia giocato, non si possono fare paragoni tra una stagione e l'altra: è ancora un calciatore fondamentale per la Juventus e credo che qualsiasi rivale preferirebbe non averlo di fronte, in campo”.
Quale squadra l'ha impressionata nelle ultime stagioni?
“Mi piacciono le squadre propositive: ovviamente il Barcellona, ma anche ciò che sta facendo l'Ajax per me ha grande importanza. Stanno puntando su calciatori giovani e dimostrando che giocando bene si possono fare grandi cose”.
La sua grande esperienza nel calcio d'elite in Europa potrebbe renderla un grandissimo allenatore…
“Non ci ho ancora pensato. Ora voglio solo giocare, è ciò di cui ho voglia: mi godo lo stare in campo. Sono nato per il calcio, è la mia passione. Più avanti, vedremo”.
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