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Juventus, Marchisio: “Ho rischiato una protesi al ginocchio a quarant’anni”

L’ex centrocampista bianconero ha detto la sua su diversi aspetti della sua vita e carriera

JUVENTUS MARCHISIO INFORTUNIO FUTURO CONTE / Claudio Marchisio una manciata di mesi fa ha deciso di appendere definitivamente le scarpette al chiodo ed oggi in una lunga intervista a 'La Gazzetta dello Sport' ha provato a fare un recap della sua vita nel mondo del calcio ripercorrendone alcune tappe importanti in particolare con la Juventus: “Il mio sogno da bambino era legato certo al calcio, ma molto anche alla Juve, alla squadra della mia città, agli idoli che ho avuto durante gli anni della scuola. Indossare quella maglia sarebbe stato veramente l’apoteosi, dentro la mia testa e il mio cuore. Gli apprezzamenti avuti dall’estero durante la mia carriera sono stati molto belli e gratificanti. Anche perché ero legato tantissimo, soprattutto nel periodo in cui mi stavo avvicinando al calcio professionistico, a grandi centrocampisti come Lampard e Gerrard che invidiavo molto per la loro grande capacità di andare a rete. Anche io volevo essere un centrocampista che segnava quindici o sedici gol durante una stagione“.

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Juventus, Marchisio tra Agnelli e Conte

Marchisio poi ha svelato un piccolo retroscena relativo ad una conversazione con Andrea Agnelli: “Ricordo sempre una conversazione con Andrea Agnelli, alla fine degli anni duri, in cui gli dissi: ‘non voglio essere uno di quei, pochi, giocatori che nella storia Juve non hanno vinto niente. Credo che anche tu da presidente non voglia essere uno di questi’. Perché arrivavamo dalla B e da due settimi posti. In quel tempo si sono rafforzate le mie radici bianconere, mi dicevo che la mia carriera alla Juve non poteva essere mediocre, che i grandi giocatori che avevo intorno ed io stesso meritavamo di legare i nostri nomi a risultati importanti. Così siamo arrivati a quel ciclo vincente che continua, per fortuna, ancora oggi“.

CONTE – “Al di là di quello che mi ha regalato in campo, a me come ad altri ci ha toccato nell’orgoglio. Ci ha detto: ‘è due anni che arrivate settimi, è due anni che fate schifo. Quindi qua o si pedala o si va via’. Ci ha spinto a metterci alla prova, ad aver voglia di guadagnarci le vittorie”.

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Marchisio, quell'infortunio che gli ha cambiato la vita

Nota dolente dell'avventura alla Juventus di Marchisio quel maledetto infortunio al ginocchio: “Ritiro? L’ho deciso già l’anno scorso, incominciavo a capire che non sarebbe stato facile uscirne. Mi sono infortunato ma stavo già male e non lo sapevo. Mi sono ritrovato con il menisco fuori dal ginocchio e quindi con tibia e femore grattati, senza più cartilagine. Io ci giocavo sopra perché lo reputavo un dolore accettabile, invece quest’operazione l’ho dovuta fare rischiando una protesi al ginocchio a quaranta anni. Quando cominci a vedere determinati conti che ti arrivano addosso non puoi solo più pensare al calcio, ma devi pensare anche alla tua vita. E’ subentrata la frustrazione che è una brutta bestia nera. Poi sapevo che non avrei mai potuto indossare un’altra maglia in Italia, avrei dovuto dunque cercare una sistemazione all’estero, sapendo di giocare soltanto forse un anno. Insomma dentro di me avevo già coltivato i miei progetti, non sono mai stato uno che voleva farsi trovare impreparato nella vita, quindi già prima di smettere avevo già incominciato alcune cose e sapevo già più o meno che strada prendere“.

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