L’ex presidente della Federcalcio italiana torna a parlare della sua gestione
ITALIA TAVECCHIO CAPELLO VENTURA / Intervenuto ai microfoni di 'RTL 102.5', l'ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio è tornato a parlare della sua gestione e della Nazionale italiana. Diversi i retroscena svelati dall'ex numero uno della Federcalcio, a partire dalla scelta della panchina azzurra: “La mia prima scelta fu Capello: lo incontrai a Udine e purtroppo rifiutò. La seconda scelta fu quella di Donadoni, con il quale avevamo già concluso l'operazione ma non se ne fece niente per problemi burocratici ed economici”.
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Italia, Tavecchio spiega la scelta di Ventura e il mancato esonero
Tavecchio ha poi proseguito: “Poi fui chiamato da Malagò e andai a casa sua, dove trovai Lippi e il compromesso fu apparente: Lippi avrebbe accettato insieme a Ventura, candidato in pectore libero. Veniva dal Torino, maestro dei giovani e disponibile. Questo binomio lo avevo colto ma la Corte federale disse che era incompatibile la carica di Lippi come direttore tecnico in quanto il figlio esercitava l'attività di procuratore e poteva avere un conflitto di interessi qualora fosse stato convocato un giocatore assistito dal figlio. Così restò Ventura da solo, perché quella sera avevo già chiuso. Ventura aveva fatto le prime partite tutte bene, il problema arrivò poi”. Infine, sul mancato esonero: “Io ho un alto rispetto della funzione del presidente federale, che non può fare quello che fa un presidente di club: ha un organigramma che quando è scelto va portato avanti e non può assumersi la responsabilità di pagare due allenatori. Questo sarebbe stato possibile solo dopo essere arrivati ai Mondiali, da un punto di vista federale prima non si poteva”.
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