CORONAVIRUS VALENCIA FLORENZI / Dopo aver fatto registrare il primo caso di Coronavirus in Liga con la positività di Ezequiel Garay e di altri quattro membri del club, il Valencia ieri ha emesso un nuovo comunicato, annunciando che il 35% della rosa è stata colpita dal contagio. Una situazione davvero complicata, dovuta anche all'atteggiamento contraddittorio delle istituzioni calcistiche. “L'Uefa non è mai all'altezza in queste situazioni – esordisce a Calciomercato.it Javier Lazaro, giornalista di 'Radio Marca Valencia' – e questa cosa va fatta presente. Le sue decisioni sono arrivate troppo tardi. Valencia-Atalanta non si doveva giocare, così come si doveva impedire la trasferta di migliaia di persone da Madrid a Liverpool. Fose nessuno poteva ancora immaginare in quale situazione si sarebbe trovata Madrid, però non aveva comunque senso far uscire 3000 persone dal Paese”.
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Nei giorni precedenti la gara contro l'Atalanta, diversi giocatori del Valencia protestarono per la decisione di giocare a porte chiuse. “In quel momento la percezione dell'espansione del virus era differente – prosegue Javier Lazaro – però io credo che quella partita non si sarebbe mai dovuta giocare. Ora c'è molta incertezza. Psicologicamente non è facile e ci stiamo ancora adeguando. Ci sono molti dubbi, però la società capisce di più la gravità del problema. E' possibile che il problema inizialmente sia stato sottovalutato, forse dovevamo essere più severi prima vedendo quello che era accaduto in Cina e in Italia. Lo dirà il tempo, però abbiamo la sensazione che alcune misure dovevano essere prese prima”. Da fine gennaio, anche Alessandro Florenzi fa parte della rosa valenciana. “Florenzi è a casa come tutti i suoi compagni e sta seguendo un piano specifico per allenarsi lì, il club non tornerà in campo fin quando non cambierà questa situazione e i calciatori resteranno in quarantena. C'è il timore che possa esserci qualche caso in più”.
Anche in Spagna si è acceso il dibattito sulle decisioni da prendere in caso di annullamento del campionato. “La federazione e la Liga stanno lavorando a diverse soluzioni, anche se non sono molto ottimisti. E' una questione nuova, difficile da controllare e credo che non sia il momento di anticipare i tempi delle scelte. Arriverà il momento in cui si potrà prendere la decisione avendo maggiori informazioni sulla realtà di un Paese che ancora non conosciamo”.
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