CORONAVIRUS VALENCIA VALLE / Anche in Spagna è scoppiata ormai l'emergenza coronavirus e anche il calcio iberico ha cominciato a pagarne dazio: “Il Valencia attualmente è in quarantena, dopo che è stato reso pubblico il contagio del 35% dei membri della prima squadra, tra calciatori e staff – spiega in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it, il corrispondente da Valencia di AS, Conrado Valle – Già domenica scorsa sono venuti fuori i primi casi, che hanno interessato elementi come Mangala, Gaya ed Ezequiel Garay, e anche un medico ed un dirigente accompagnatore. Ieri, semplicemente il club, che ha voluto mantenere l’anonimato degli infetti, ha annunciato che appunto ha un 35% di contagiati all’interno del proprio organico”.
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Un contagio quasi inevitabile, nonostante il Valencia sia stato uno dei club maggiormente previdenti nella lotta al coronavirus: “E a pensare che la squadra aveva preso anche le dovute misure di sicurezza, in occasione della trasferta di Champions League a Milano – racconta Valle – Il Valencia è stato un club pioniere nel campo della prevenzione, avendo cancellato già da tempo le conferenze stampa, le interviste o qualunque rapporto ravvicinato con i tifosi. Nonostante tutto ciò, il Valencia non è riuscito ad evitare l’impatto del coronavirus e ad oggi è il club di Liga maggiormente colpito dal contagio”.
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Adesso, il Valencia lavora da remoto, come ormai la maggior parte delle società europee: “Il club continua a seguire la propria routine di lavoro – spiega Valle – I calciatori contagiati sono tutti asintomatici e ora sono a casa, ma è chiaro che il Valencia è in attesa di capire come evolverà la situazione di ciascuno dei contagiati. E a tal proposito, oggi sarà una giornata decisiva per capire come la Liga e la UEFA decideranno di far coesistere i recuperi delle coppe europee e quelli delle varie leghe nazionali. Il Valencia, come ogni club, vuole tutelarsi e ha dubbi su come e quando recupereranno i calciatori contagiati, che attualmente staranno fermi e sotto osservazione per i prossimi quindici giorni”.
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