CORONAVIRUS CHAMPIONS LEAGUE SERIE A / UEFA, leghe, club e calciatori hanno trovato un primo accordo per tornare a giocare. Con le lunghe conference call di ieri il calcio europeo ha trovato un primo punto di appoggio dal quale cercare di ripartire quando l'emergenza Coronavirus sarà contenuta. Il rinvio di Euro 2020 al 2021 è stato il primo passo necessario per liberare i calendari estivi e far posto a Champions, Europa League e campionati che dovranno essere portati a conclusione. Su questo sono tutti d'accordo. Il problema è la deadline del 30 giugno entro la quale si deve arrivare alla fine della stagione e che, però, non sarà semplice da rispettare. Tutte le news di calciomercato e non solo: CLICCA QUI!
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Sul tavolo ci sono già sette proposte di calendari, con l'inizio della 'nuova era' più ottimistico fissato al 14 aprile. In questo modo ci sarebbero 10 domeniche e 9 mercoledì liberi per recuperare tutte le sfide rimanenti senza troppi problemi (per così dire…). Un altro scenario porta il via al 28 aprile, ma anche questa sembra un'ipotesi complicata ad ora. Occhio quindi alle simulazioni fatte con l'inizio dei tornei il 5, il 12, 19 e 26 maggio, oppure con una ripartenza estrema il 13 giugno. Dal 5 maggio in poi verrebbero 'compresse' le coppe riformulando la fase finale, con la possibilità che Champions ed Europa League si giochino anche nei weekend al posto dei campionati. Tutto liscio? Non è proprio così. Come sottolinea 'Repubblica', l'UEFA ha chiesto priorità alla Champions ed all'Europa League che dovranno essere completate anche a discapito dei campionati. Chi rischia di più è la Serie A che deve recuperare 12 partite più alcuni recuperi. Ciò significa che se le squadre italiane impegnate in Europa (Juventus, Atalanta, Napoli, Roma, Inter) dovessero andare avanti nei turni di coppa, per il campionato italiano non ci sarebbero slot sufficienti per termine i gironi entro la deadline del 30 giugno. Oltre al possibile default di club che vivono grazie ai diritti tv, si arriverebbe quindi alla possibilità del congelamento della classifica senza scudetto né retrocessioni e con due promosse dalla Serie B con una Serie A a 22 squadre la prossima stagione. Il tutto considerando che prima del calcio viene l'emergenza sanitaria: se non sarà contenuta, non solo non basterà allungare il provvedimento delle porte chiuse per gli stadi. E ipotizzare anche l'opzione che non si torna a giocare non è così impossibile.
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