MARIO FONTANELLA VALLETTA CALCIO CORONAVIRUS / “La situazione non è come quella dell'Italia, ma già oggi ci sono stati nuovi dieci casi. L'isola è piccolissima, quindi i centocinquanta positivi non sono proprio pochi…”. A parlare direttamente da Malta, in esclusiva per Calciomercato.it, è Mario Fontanella, bomber italiano ormai maltese d'adozione visto che ci vive e lavora da cinque anni.
“Non siamo in quarantena, o meglio l'hanno messa solo per le donne incinte, per gli anziani over 65 e per chi ha problemi cardiaci – ha spiegato Fontanella – Io però sono in quarantena proprio perché mia moglie è in gravidanza, uscendo la metterei a rischio. Ritorno in Italia? No, assolutamente. Ho tutta la mia famiglia a Napoli ma è meglio stare qui a Malta, che si è mosso bene in generale anche se avrebbe dovuto chiudere prima aeroporto e porto. La chiusura è avvenuta solo sabato scorso, non a caso molti casi riguardano i turisti”.
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Anche nello stato insulare dell'Europa meridionale – dopo un po' di caos all'italiana – il calcio si è fermato a causa del coronavirus: “Due settimane fa avremmo dovuto giocare di venerdì, ma il giorno prima, a seguito dell'uscita della notizia dei tanti contagiati nel Valencia, è arrivato lo stop ufficiale – ha spiegato – Giocare a porte chiuse qui non avrebbe alcun senso, e sarebbe comunque rischioso per noi calciatori. Successivamente hanno fissato al 5 aprile la ripresa degli allenamenti, poi hanno spostato al 15 e adesso a data da destinarsi. Da noi mancano solo sei partite di campionato (il Valletta è secondo a tre punti dalla prima, ndr), più semifinale e finale della coppa nazionale, però non abbiamo idea di quale sarà la soluzione: c'è chi dice che possa finire così, chi che possa venir annullato tutto… Chiaramente qualsiasi decisione definitiva sconterebbe più di qualche club, qui come in Italia. Io vorrei giocare subito, ma la salute viene prima di tutto. Ora purtroppo non vedo i presupposti per tornare in campo, senza contare che nei campionati italiani ci sarebbero ancora diverse partite da giocare. Parlando della Serie A, ci sarebbero di mezzo pure le competizioni europee, e non vedo come si possano giocare dodici-tredici partite più Champions ed Europa League in poco più di un mese”.
“Cosa ne penso della possibile riduzione degli stipendi dei giocatori? Facendo parte della categoria, non mi sento di dire che chi ha grandi ingaggi deve dimezzarseli, per me o si fa una misura generale per tutti o non si toglie niente a nessuno. Ma una cosa voglio dirla: non dipende da noi se non si può giocare, e poi non capisco perché chi non può lavorare può prendere lo stipendio e i calciatori no. E' giusto venire incontro alle società più piccole, quelle in difficoltà mentre i top club i soldi che stanno perdendo potrebbero recuperarli facilmente con una cessione. Io credo ci stiano un po' marciando su questa cosa degli stipendi, sfruttando il favore dell'opinione pubblica. A tal proposito, io l'altro giorno ho messo una semplice foto su Facebook e subito una persona ha commentato scrivendo ' va bene le foto, ma fai anche donazioni…' Il giocatore è sempre visto in cattivo modo, il luogo comune è questo: non facciamo nulla, abbiamo i soldi e per questo dobbiamo darli via”.
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Fontanella si è trasferito a Malta dal 2015, al termine di un anno da assoluto protagonista (una trentina di gol) in Serie D con la maglia del Budoni (Sardegna). Prima il passaggio al Floriana, con la conquista al primo colpo della classifica capocannonieri; dopo tre anni il salto al Valletta, ovvero la squadra più importante della Premier League maltese, con cui ha pure debuttato e segnato nei playoff di Champions League rinnovando il contratto lo scorso gennaio fino al 2023. Ecco perché ad oggi è difficile ipotizzare un suo ritorno in Italia: “A gennaio ho avuto molte offerte, una importante dall'Arabia Saudita, poi da India, Grecia e Cipro – ha svelato Fontanella ai microfoni di Calciomercato.it – Il club però non ha voluto cedermi, io poi non ho voluto spingere per andar via anche perché mia moglie a maggio partorisce. In passato ho sempre avuto offerte dalla Serie C, ma ho sempre visto come una eventuale sconfitta l'ipotesi di lasciare Malta per andare in C”.
“Qui alla fine ho avuto la possibilità di giocare in Champions e in Europa League, a 30 anni non sono vecchio e quindi qualche soddisfazione in Europa posso ancora togliermela – ha evidenziato il bomber napoletano prima di concludere facendo un punto sul livello e i problemi del calcio maltese: “Io sono arrivato nell'anno del cambiamento, prima di me potevano giocare solo tre stranieri, poi sette. Purtroppo il livello dei calciatori italiani che arrivano qui è molto basso e questo fa abbassare il livello complessivo del campionato, dove c'è già un dislivello tra le prime tre-quattro squadre e le altre. Anche Mangia, il Ct della Nazionale, ha detto proprio questo: qui ci sono molti italiani, ma non hanno una grande qualità”.
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