Il bollettino quotidiano della Protezione civile di lunedì 30 marzo
CORONAVIRUS PROTEZIONE CIVILE BOLLETTINO 30 MARZO / La conferenza stampa del Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli sull'emergenza coronavirus: 1648 contagiati in più rispetto a ieri, 812 morti, 1590 guariti. In totale i morti salgono a 11591 morti in Italia, mentre il totale di guariti sale a 14620. Crescono in maniera minore i positivi: sono 75528 (+1648, ieri i contagiati erano aumentati di 3815): si trovano in isolamento domiciliare 43752 persone, mentre 27795 sono ricoverate con sintomi e 3981 (+75) in terapia intensiva. Borrelli ha poi 6550 persone che hanno violato l'obbligo di quarantena e tra questi anche persone positive: soltanto con il rispetto delle misure possiamo sconfiggere il virus nel minor tempo possibile.
Ha preso la parola anche Franco Locatelli, direttore del Consiglio Superiore di Sanità: “Il numero di coloro che hanno bisogno di essere ricoverati nelle terapie intensive non è più così marcatamente alto come all'inizio della scorsa settimana. In più, mi prendo il privilegio di condividere con voi il dato della Lombardia: nelle aree di Lodi e di Bergamo, le due più colpite, il numero di eventi respiratori infettivi per i quali sono stati chiamati mezzi di soccorso è marcatamente ridotto, addirittura rispetto al 14-15 marzo siamo alla metà degli interventi. Questo conferma quanto le misure di contenimento sociale abbiano avuto un effetto importantissimo. Quanto diceva il dottor Borrelli, cioè essere aderente senza eccezioni a queste norme, deve essere sottolineato a chiarissime lettere: importante non abbassare la guardia. Spero che il numero di denunciati segua il trend dei contagiati”.
“Ho il piacere di comunicarvi che sono stati attivati sei studi clinici e altri due hanno avuto il parare favorevole dell'Agenzia Italiana del Farmaco e adesso verranno ulteriormente attivati. Tra questi è importante sottolineare due studi: il primo è quello promosso dall'OMS per testare diversi approcci di terapia farmacologia per prevenire la replicazione virale. L'altro studio andrà ad investire i pazienti gestiti domiciliarmente. La terza è ultima riflessione la dedico ai laboratori che sono impegnati nella diagnostica molecolare dell'infezione da coronavirus: sono 126 e non c'è Regione che non ne ha almeno uno”.