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Juventus, Dybala si racconta: “L’assegnazione dello scudetto ora non importa”

L’argentino parla della sua quarantena

DYBALA INTERVISTA SCUDETTO / Lunga intervista di Paulo Dybala ai microfoni dei media ufficiali della Nazionale argentina. Una chiacchierata lunga oltre 30 minuti nei quali la Joya ha raccontato il suo presente, ricordato il suo passato ed analizzato le sue prospettive future. Dopo i giorni di preoccupazione per la positività al COVID-19, oggi l'attaccante riesce a scherzarci su: “Prendo spesso Oriana in giro, chiedendole scusa per averle contagiato il coronavirus. Credo sia stata colpa mia, visti i casi tra i miei compagni (ride, ndr)”.

TEST – “Stavamo facendo una siesta, e quando mi svegliai trovai il telefono pieno di chiamate, con due messaggi che c’avvisavano del risultato del test. Abbiamo voluto parlarne con la famiglia prima di pubblicare comunicati, poi ci siamo messi d’accordo con la Juventus. Ho voluto pubblicare una foto per trasmettere serenità, poi Oriana ha scelto un video per parlare del tema e cercare di sensibilizzare sull’argomento in Argentina. Non volevamo che la prendessero alla leggera, ma credo che siano riusciti ad anticipare le misure, hanno fatto bene”.

NOTIZIE – “Qui guardiamo la tv argentina 24 ore su 24, ascoltiamo i discorsi, i bollettini medici… In Italia va malissimo, muore tanta gente ogni giorno e gli ospedali sono pieni. Vogliamo trasmettere quello che sta accadendo qui, i miei amici abitano in un paesino piccolo, di cinquemila abitanti, e credono che lì non arriverà mai, ma devono rendersi conto che ci sono stati contagi anche senza contatti con persone positive al test”.

MEDICI – “I dottori della Juventus mi chiamano ogni giorno, ci hanno trattato benissimo ma ora a loro chiedo di occuparsi di chi sta peggio, noi ormai stiamo bene, per fortuna”.

CARRIERA – “Non avrei mai immaginato di vivere una carriera del genere. È meraviglioso e sorprendente: non sono lo stesso di quando avevo 17 anni, ovvio, ma il mio carattere è simile. Continuo ad essere fedele alle mie idee, anche se in campo sto mettendo a frutto gli insegnamenti raccolti nelle ultime stagioni. Dagli errori si impara tantissimo. Ho vinto titoli, non posso lamentarmi, ma ci sono stati anche momenti negativi che sono riuscito a superare”.

NAZIONALE – “La prima volta a Ezeiza avevo 17 anni, conobbi Leo Paredes, Kranevitter… Quando mi convocò Martino per la Nazionale maggiore ne avevo 21, se ne parlava molto nei media e da mesi speravo nella sua chiamata, e quando non arrivava ci restavo male. Avrei voluto far meglio con l’Albiceleste: con più gol, più assist… Al Mondiale e nella Coppa America non sono mai riuscito a giocare i minuti che desideravo, ma ho sempre rispettato le scelte del ct perché so quanto è difficile gestire un gruppo del genere”.

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Juventus, Dybala: “Per gli allenamenti ci sarà tempo, ora conta star bene”

CARATTERE – “Non so se sono un perfezionista, ma voglio dare il meglio di me. Cerco di confrontarmi con l’allenatore: alla Juventus ho sempre giocato tanto e sono stato spesso decisivo, ora vorrei esserlo anche per l’Argentina. Ho 26 anni ormai, non più 20: non ho problema a parlare con i tecnici per provare a dar loro ciò di cui hanno bisogno”.

SCALONI – “Ci sentiamo spesso, siamo stati anche rivali in campo qui in Italia. C’è un ottimo rapporto”.

CRESCITA – “Sono cambiato tanto: all’Instituto giocavo da 9, non dovevo dare una grande mano alla fase difensiva, ma dovevo muovermi molto. Al Palermo, un anno, cambiammo cinque allenatori e praticamente fui provato in tutte le posizioni. Alla Juve, Allegri mi faceva giocare alle spalle di Mandzukic, il ruolo che in rosanero aveva Franco Vazquez con me, in seguito mi ha dato totale libertà: potevo fare quello che volevo. Ora, con Sarri, ho altri compiti. Anche in Nazionale ho ricoperto vari ruoli: spesso dovevo adattarmi ai movimenti di Messi per trovare il mio posto in campo”.

MESSI -” Dissi che era difficile giocare con lui avendo caratteristiche simili, ma lo feci in buona fede, a differenza di chi volle vederci del marcio. Parlavo di calcio e criticavo me stesso, pensando a cosa potessi far meglio: ne parlai anche con Leo, essendo così simili tatticamente, è normale che spesso ci troviamo nella stessa posizione. È ovvio che debba essere io ad adattarmi, con l’aiuto dell’allenatore, per occupare gli spazi in cui lui non c’è. Non era una critica, parlavo di calcio.

MEDIA – “Cerco sempre di essere onesto nelle risposte, se poi c’è qualcuno che ha intenzioni negative sulle mie dichiarazioni, non dipende da me. Voglio essere sincero sia se parlo di Messi, che di Cristiano che di qualsiasi cosa…”.

SCUDETTO – “Non sappiamo ancora se si tornerà a giocare o meno, né se ci daranno il titolo o no: in questo momento non conta”.

STIPENDI – “Abbiamo una chat con tutti i giocatori, Chiellini ci ha detto che il club ha chiesto una mano perché ora non ha alcuna entrata, ed essendo quotato in borsa la situazione era complessa. C’erano opinioni diverse: magari qualche calciatore aveva bisogno di poche presenze per raggiungere un bonus. Non è facile mettersi d’accordo, non lo è se dobbiamo scegliere carne o pesce a cena, figuriamoci in una situazione del genere. Ci siamo confrontati e abbiamo deciso che era la soluzione migliore: magari tra 15 giorni ci diranno che si gioca, con o senza pubblico, e cambia tutto”.

SIVORI – “Nella Juve lo amano. Lo stadio è pieno di sue foto e frasi. Appena arrivai a Torino, mi cercò suo figlio per parlarmi, un bravissimo ragazzo. Qui i tifosi mi hanno spesso paragonato a lui, anche per il modo in cui indosso i calzini”.

ARGENTINA – “C’è un gruppo straordinario, con voglia di far bene e crescere, arricchito dall’esperienza dei vari Messi e Aguero. In Brasile, nell’ultima Coppa America, meritavamo di più. Ma guardiamo avanti con entusiasmo”.

ALLENAMENTI – “Finchè non mi dichiarano totalmente guarito non voglio rischiare, ora conta star bene. Ci sarà tempo per allenarsi”.

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