SERIE A LIPPI / Nei giorni in cui l'Italia comincia ad intravedere segnali di speranza per l'emergenza Coronavirus, nel mondo del calcio entra nel vivo il dibattito sul taglio degli stipendi e sui calendari per la ripresa dei campionati. Intervistato da 'La Gazzetta dello Sport', l'ex tecnico Marcello Lippi ha pochi dubbi a riguardo: “Quando ripartire? Soltanto quando saremo a contagi zero. Non importa se a porte aperte o chiuse: non è questo il problema. Il problema è che impossibile non succeda qualcosa se una squadra, una cinquantina di persone in tutto, viaggia e incontra camerieri, cuochi, autisti… Solo quando questa guerra sarà vinta dovremo ripartire. E dalla 26a giornata. Niente play-off o altre formule, per carità. Dodici giornate. Non è giusto che chi ha fatto sei mesi eccezionali debba giocarsi tutto in due partite, e lo stesso per chi sta lottando per la retrocessione. Campionato e coppe: non si comincia la nuova stagione prima di aver finito questa. La prossima partirà più tardi, avrà qualche turno infrasettimanale. Non importa. E non è soltanto questione di campo…”. Tutte le news di calciomercato e non solo: CLICCA QUI!
Quindi la sua visione sull'economia del pallone post-emergenza: “Spero che, chi decide, stia pensando al calcio dilettantistico che rischia di scomparire. Spero lo protegga. Quello d'élite ne uscirà sicuramente ridimensionato, ma tutto sommato non sarebbe neanche un male”.
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