Le parole del Dg dell’Udinese sull’emergenza sanitaria che ha fermato anche il calcio
CORONAVIRUS MARINO UDINESE SERIE A / E' ancora lontana la ripresa e il ritorno in campo nel mondo del calcio. Il coronavirus continua a terrorizzare la comunità mondiale e ad oggi sembra difficile ipotizzare una data per riprendere le competizioni. Pierpaolo Marino non si mostra fiducioso su questo aspetto e sottolinea senza troppi giri di parole: “Io sono molto preoccupato e faccio una valutazione che va oltre questa stagione e si proietta alla prossima, la cui integrità la vedo in pericolo. La situazione è un poco migliorata, ma stiamo combattendo contro un nemico che sta vivendo: non si può pensare che basti l'abrogazione un decreto per riprendere come se niente fosse”, le parole di Marino al quotidiano 'Repubblica'.
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Udinese, Marino: “Mi preoccupo quando sento parlare l'Assocalciatori”
Il dirigente dell'Udinese prosegue: “Per me questa stagione ormai non vale più, è un anno di lutto e basta. Nessuno si ricorderà di chi ha vinto o perso, questo resterà nella memoria come il campionato del coronavirus. Non riesco a pensare al calcio che riprende dentro stadi spettrali. Come si può giocare se nemmeno la scuola riapre? All'Udinese noi ci siamo tagliati lo stipendio e sarà così fino a quando la situazione resterà questa. I calciatori non sono ancora sensibilizzati sulla questione: mi preoccupo molto quando sento parlare i rappresentati dell'Assocalciatori. Quando da noi si discuteva se giocare a porte aperte o chiuse, io dicevo che stavamo per entrare in un film apocalittico, e nessuno se ne rendeva conto – aggiunge Marino – La Cina è due mesi e mezzo avanti a noi come esperienza di coronavirus, ma non mi risulta che abbia ancora deciso come e quando tornare a giocare. Oggi non dobbiamo pensare a ricominciare il prima possibile, ma a ricominciare. Che è ben diverso”.