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Coronavirus, Rezza non cambia idea: “Ripresa solo a porte chiuse e se c’è sicurezza”

Il dirigente dell’ISS torna sulle sue parole di ieri

CORONAVIRUS REZZA CAMPIONATO / Ieri Giovanni Rezza si era detto contrario alla ripresa del campionato, con una battuta sulla Lazio che ha scatenato le polemiche con la risposta della società biancoceleste. Oggi il dirigente dell'Istituto Superiore di Sanità intervenuto a 'Radio Punto Nuovo': La mia è stata una battuta per sdrammatizzare il momento drammatico che stiamo vivendo. Non pensavo intervenissero Diaconale, la Lazio per dire di non fare il tifoso, ho fatto una semplice battuta”. Le ultimissime di calciomercato: clicca qui!

Non scherzava però sul ritorno in campo: “Quella sulla ripresa del campionato era una domanda seria ed ho risposto in maniera seria: oggi c'è il lockdown totale, come si può pensare alla riapertura del campionato? E' chiaro che se in qualche modo si pensa di riaprire, allora verrà valutato e si applicheranno protocolli di sicurezza sanitaria. Molto dipenderà anche da ciò che verrà deciso a livello europeo”.

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Una situazione da inserire in un contesto in cui si sono vissuti “momento drammatici”: “E' chiaro che la politica, l'economia, hanno le proprie esigenze, non si può avere un lockdown totale per oltre due mesi perché altrimenti industrie e famiglie non sopravviverebbero. Sulla base di ciò che ci dicono i tecnici, ad esempio ora dicono che è migliorata la situazione, allora si può andare verso una riapertura graduale. E' ovvio che se molliamo troppo, torniamo punto e a capo. Bisognerà comunque convivere con la prospettiva che da un momento all'altro potrebbe esserci una riemergenza sanitaria. Per evitarlo occorre mantenere alcune misure come distanziamento sociale, mascherine, evitare assembramenti. Sul riprendere a giocare in sicurezza è un discorso diverso, si possono applicare protocolli per ridurre il rischio di contagio.  In questo momento non si può pensare a partite che si svolgano con assembramenti, partite a porte chiuse hanno un punto interrogativo perché c'è un lockdown. Ovviamente si pensa ad una fase 2, quindi alla riapertura di determinate attività, come quelle produttive. Non le decido io certe cose, ma qualora il Governo decidesse di riaprire anche alcune attività ricreative, come quelle sportive, allora l'importante è che si facciano con la massima sicurezza. La decisione spetta alla politica, grazie alla consulenza del comitato scientifico. Il calcio è un settore sportivo tra i più ricchi e la gente è molto interessata, nel momento in cui si è chiuso il campionato, ognuno di noi si è sentito smarrito. Però vorrei ricordare di Atalanta-Valencia che ci sono stati episodi che hanno drammatizzato la situazione, perciò parlo di massima sicurezza possibile per minimizzare i rischi. Se allora mi chiedessero cosa fare io al Governo, direi di riprendere con sicurezza”.

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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