JUVENTUS SARRI CHELSEA / Dalla scaramanzia al lavoro, passando per il passato: Maurizio Sarri parla a'Jtv'. L'allenatore della Juventus parla della sua scaramanzia: “Facciamo un lavoro legato ad episodi e le nostre sorti sono legate alle prestazioni di altre persone: in questo tipo di sensazioni la menta umana diventa un po' scaramantico: non credo che esistono addetti ai lavori completamente avulsi dalla scaramanzia. Ti racconto un episodio di quando allenavo in Eccellenza in toscana: mettevo la macchina sempre nello stesso posto , vicino allo spogliatoio. I ragazzi se n'erano accorti e ogni tanto mettevano la macchina al mio posto: entrai nello spogliatoio e dissi che se non la spostava, lo avrei fatto io. Lui non la spostò e io presi la macchina, misi la prima e gliela portai via”. Le ultimissime di calciomercato: clicca qui!
Sulla situazione attuale, Sarri spiega: “In questo momento non ho la testa libera per lavorare molto. Ho guardato qualche partita nostra per capire qualcosa. Pensare che l'estate la faremo, speriamo, giocando e quindi questo è anche il momento giusto per staccare un po' perché credo che tra questa e la prossima faremo 14-15 mesi consecutivi”.
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Sul rapporto con i giocatori, l'allenatore toscano rivela: “Quando sono andato via dal Chelsea ho pianto perché si era creato i rapporto umano forte che non si era riuscito a creare all'inizio. Non sono un uomo da pacche sulle spalle: parlo molto di quelli che sbagliano e poco di chi fa bene e questo al momento dell'impatto è abbastanza pesante. Poi dopo ti riconoscono un'onestà di fondo e di apprezzano per quello che sei. I rapporti più stretti che coltivo ancora sono con tutti giocatori che ho fatto giocare poco e mi chiamano ancora molto spesso”.
Sull'accoglienza in tutta Italia: “Ci sono due cose che mi hanno colpito e riguardano l'amore e l'odio: siamo circondato dall'amore in qualsiasi parte d'Italia ma anche dall'odio. Questo è un qualcosa che si riesce a capire solo quando vivi il mondo Juventus. Siamo sempre quelli sempre favoriti dagli arbitri, poi guardi i numeri e vanno in un'altra direzione. Io sono stato fischiato a Napoli città in cui sono nato e in cui ho dato tutto e a Torino i tifosi della Fiorentina hanno fatto cori insultando mia madre: questo ti fa capire quanto odio c'è contro questa squadra. Quando sei così odiato dall'esterno, ti innamori della tua realtà: se diventi gobbi è anche perché sei odiato da tutti”.
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