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Coronavirus, Iezzo: “Campionato deve ripartire, ma tre settimane d’allenamento non bastano”

L’ex azzurro: “Per il Napoli in C rifiutai la Champions”

CORONAVIRUS IEZZO NAPOLI / Gennaro Iezzo, ex portiere del Napoli, ha parlato dei suoi ricordi in maglia azzurra e dell’emergenza coronavirus nel corso della diretta Facebook e YouTube dello Studio Professionale Fiorentini, ‘Salotto Fiorentini 21’.

NAPOLI – “La chiamata dal Napoli era quasi… settimanale. Con mister Reja avevo già lavorato a Cagliari, e mi chiedeva di raggiungerlo se fosse riuscito a vincere i playoff per la Serie B. Mi riempiva d'orgoglio, ho sempre sognato la maglia azzurra. Il playoff con l'Avellino andò male, ma il tecnico mi richiamò dopo 2-3 giorni, chiedendomi di pensarci, perché il progetto era solido al di là della categoria. Avevo altre richieste molto importanti, l’AEK Atene mi offriva circa 5-6 volte lo stipendio proposto dal Napoli, all’epoca il club greco era in Champions. Potevo anche rinnovare col Cagliari, ma davanti ai miei occhi c’era solo l’azzurro del Napoli: non ci pensai nemmeno per un secondo”.

RICORDI – “Ne scelgo due. Quando ho salito per la prima volta le scale del San Paolo è stato speciale: avevo alle mie spalle la Curva che tante volte frequentai da ragazzino. Sul campo, poi, credo che la promozione dalla Serie B alla Serie A a Genova fu un momento indimenticabile. Quel giorno realizzammo un sogno e sarà difficile dimenticarlo per me e tutti i compagni che erano presenti”.

MERET – “Il Napoli ha tre portieri importanti, forse è uno dei club più forti in quel reparto. Meret ha di fronte una carriera di grandissimo livello, Ospina e Karnezis sono bravi e d’esperienza. Alex ha giocato alla grande finché ha avuto spazio, tenerlo in panchina è un enorme lusso”.

CORONAVIRUS – “Credo che i calciatori abbiano un’enorme voglia di tornare in campo, ovviamente c’è da pensare anche alla salute e alle proprie famiglie. Le voci sono contrastanti a livello organizzativo: il problema non è l’eventuale ritiro da 45 giorni, ma l’organizzazione che gira intorno ad ogni partita. I calciatori sarebbero comunque a contatto con tante persone, il rischio ci sarebbe sempre. In ogni caso, è giusto che il campionato in condizioni di sicurezza ricominci: sospendendo definitivamente la stagione, cosa accadrebbe con promozioni e retrocessioni?”.

ALLENAMENTO – “In casa i calciatori si stanno allenando, ma ovviamente il lavoro in campo è un'altra cosa. Tre settimane di allenamento, di cui una con sessioni individuali, non bastano”.

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