VALENCIA FLORENZI ROMA CORONAVIRUS / In diretta a 'Casa Sky Sport' è intervenuto il terzino del Valencia, Alessandro Florenzi partendo naturalmente dalla condizione attuale: “Personalmente sto molto bene. Mi trovo bene qui. Ho l'opportunità di godermi le mie creature e mi alleno come posso. L'iter spagnolo è simile a quello dell'Italia. Sfida con l'Atalanta? Ringrazio la varicella. Non l'avevo mai avuta ed è arrivata al momento giusto. Sicuramente quella partita ha fatto qualcosa. Il ritorno è stato surreale per tutti perchè giocavamo per la prima volta in un campo a porte chiuse. Non so neanche se si sarebbe dovuta giocare quella partita, il Getafe e la Roma hanno deciso di non andare in trasferta. Poteva essere magari limitato il contagio ma questo solo Dio lo sa”. Per restare aggiornato con tutte le news legate al mondo del calcio e non solo CLICCA QUI.
DIFFERENZE – “Da ciò che sembra il calcio in Spagna è leggermente più aperto. Ho constatato che c'è la stessa passione ma non si vive come in Italia ed in particolare a Roma. Siamo tutti un po' più liberi”.
Florenzi sulla cessione a gennaio: “Nella mia testa c'è sempre stata l'idea di fare un'esperienza estera. C'è stata la possibilità a gennaio dopo aver parlato col mister Fonseca delle sue idee. Insieme abbiamo scelto di prendere questa decisione che faceva del bene al tutto. Ho chiamato anche Mancini che è stato molto aperto dicendo 'l'importante è che vai a giocare'. Parentesi? Non lo so”.
GARCIA – “Coltellino svizzero? E’ una delle mie qualità, lo è sempre stata. E il mister è uno sveglio, l’ha capito. Mi ha messo lui terzino destro quando gli servivo, mi ha fatto giocare alto a destra, mi ha usato in diverse situazioni. E’ un allenatore spagnolo, anche se è francese. Gioca un buon calcio, sa tenere bene il gruppo, abbiamo un buon rapporto e ci sentiamo quando è servito a me e anche solo per un saluto. Lo ringrazio e mando un abbraccio grande a lui e tutto lo staff”.
RUOLO – “Il miglior Florenzi è quello che sta in campo quando sta bene, ha la testa libera e gioca felice. Terzino? Mi trovo molto bene lì. Se devo giocare in una squadra che propone calcio mi ci vedo molto bene, come gioco, come pensiero e per come si è evoluto il calcio. Se c'è un allenatore che in un determinato ruolo vuole 180 cm, che non si faccia gioco, alzo le mani e dico di non poter essere quella tipologia di giocatori. Non parlo di Fonseca, Roma, Lazio, Frosinone o altro, è un discorso generale. Detto questo, mi trovo molto bene in un calcio offensivo, è ovvio, le mie qualità di possono vedere dalla metà campo in su. Se vogliamo riassumere tutto, Florenzi sta bene quando sta in campo“. Sulla fascia da capitano: “Volevo giocare a pallone, nella città in cui tifavo, volevo diventare un calciatore importante e il capitano, volevo giocare in nazionale, segnare gol per queste squadre, giocare la Champions League. Mi mancano solo 2-3 sogni. La fascia è stato un grande orgoglio, sono arrivato dopo due fasce che hanno fatto la storia della Roma, Francesco e Daniele. Nessuno, ve lo posso garantire, sarà mai come loro. Da qui forse fino alla fine della Roma”.
FONSECA – “Secondo me è stato uno dei miei più grandi allenatori. Il problema è che ci può stare che io non piaccia a lui in quel determinato ruolo. Ho un grande rapporto con lui. È venuto e mi ha detto 'non so quanto spazio potrai avere da qui fino a fine stagione'“. Su Zaniolo: “Lui è un ragazzo speciale. Appena è arrivato era tranquillissimo, e lo è tutt'ora. Piano piano ha tirato fuori le sue qualità umane, oltre che calcistiche. Mi scrive, mi chiama, ci sentiamo come abbiamo fatto fino ad ora. Gli voglio tanto bene”.
MOMENTI – “Se dobbiamo parlare di momento strettamente personale, ovviamente è quello il momento più alto. Se devo parlare di un momento della squadra ovviamente parlo della partita contro il Barcellona e contro il Liverpool. Questi sono stati momenti più importanti nella mia carriera qui a Roma. Parlo delle partite in casa, sono momenti che difficilmente scorderò”.
MANCINI E DE ROSSI – “Ci siamo sentiti quando dovevo venire qui. Mi sono sentito con un suo collaboratore, aspettavo di andare in nazionale a giugno. De Rossi allenatore? Secondo me diventerà fortissimo. Ha le qualità per farlo, non solo calcistiche ma anche umane. Ha personalità, dialettica, saprebbe parlare a un gruppo. Potrà fare un grande percorso anche da allenatore. Ha la vena per farlo“.
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