Il difensore di Inzaghi è intervenuto sulle frequenze di Radio 1
LAZIO ACERBI CORONAVIRUS / Francesco Acerbi, difensore centrale della Lazio, è intervenuto sulle frequenze di 'Radio 1' durante 'Radio anch'io Sport' per parlare dell'emergenza sanitaria del coronavirus e del dibattito sulla ripresa del campionato che da settimane ormai divide il mondo del calcio in due. Per restare aggiornato con tutte le news legate al mondo del calcio e non solo CLICCA QUI. Â
Ecco le sue parole: “E' dura stare fermi, tornare alla normalità è la cosa più importante. Ci alleniamo a casa, ma facendo un po' di attività il tempo almeno ora passa. La situazione si sta normalizzando, l'incubo prima o poi finirà ”.
Il retroscena: “Volevo smettere un paio di volte. Una nel settore giovanile, poi a 23/25 prima della malattia. Dopo il tumore qualcosa è cambiato e sono tornato ad essere un bambino”.
Il calendario solare: “Sono supposizioni che ognuno fa, è difficile considerando anche l'Europeo. E' difficile incastrare tutto. Da parte mia spero che finisca tutto il prima possibile e ripartire in maniera adeguata il prossimo anno. Io ripartirei come ogni anno, magari un po' più tardi”.
Zero contatti in campo: “Piuttosto non gioco, non sarebbe calcio. Non posso far fare gol all'avversario perché non posso mettergli le mane addosso. Non mi sembra giusto. Che gioco sarebbe”.
Lazio da scudetto: “Da quello che ha dimostrato assolutamente sì. Ha vinto con inter e juve, ha dimostrato di giocare e vincere bene. Anche nei momenti di difficoltà è stata brava e unita, è il lavoro di tutti. Ne basta uno che non lavori e il castello si sfalda. Ma se tutti lavoriamo con le nostre qualità è difficile fermarsi”.
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