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Coronavirus, Conte: “Non possiamo buttare a mare i sacrifici fatti”

Il presidente del Consiglio dopo l’incontro con il governatore Fontana

CORONAVIRUS CONTE LOMBARDIA / Dopo la conferenza stampa di ieri con l'annuncio e i dettagli del DPCM sulla fase 2, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parla nuovamente questa sera. Il premier, atteso da un incontro con il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti sul nuovo decreto. 

“Con questo provvedimento mandiamo a lavoro 4 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che vanno ad aggiungersi a chi già sta lavorando. E' un flusso significativo che creerà nuovi occasioni di contagio. Poi avremo altri due blocchi: sarebbe giusto affrontare la fase 2 in altro modo? Non possiamo permettercelo: lo dobbiamo a chi è morto a chi sta facendo tanti sacrifici. Anche a costo di scontentare i cittadini che devono avere fiducia nelle nostre decisioni. Predisponiamoci a rispettare le misure di distanziamento sociale: c'è qualche allentamento ma non possiamo mollare in questa fase. Dal 4 maggio è prevista la possibilità di correre e di fare attività motoria, anche distante da casa. Sono misure per alleviare le sofferenze anche psicologiche di questi mesi: ma non possiamo buttare a mare i sacrifici fin qui fatti”. 

CONGIUNTI – “E' una formula ampia, generica: lo preciseremo con le faq. Non significa che si potrà andare a casa altrui a trovare amici, a fare feste, ecc. Si potrà andare a trovare parenti e chi c'è un legame affettivo, ma non significa darsi pacche sulle spalle: un quarto dei contagiati è nelle case”. 

CEI – “Dispiace perché il Governo rispetta i dettami costituzionali della libertà di culto. Dispiace creare un rammarico nella Cei e nella chiesa italiana: ci siamo sentiti con il presidente Bassetti, non c'è insensibilità del Governo. C'è la rigidità del CTS sul presupposto che nella letteratura scientifica e cerimonie religiose sono uno dei focolai. Ma ci lavoreremo per permettere le celebrazioni chirurgiche in piena sicurezza”. 

PIANO NAZIONALE – “Serve perché altrimenti è difficile da controllare, poi se dovessimo misurare dopo la ripartenza verificare che c'è una curva di contagio che sfugge al controllo ci saranno chiusure territoriali anche in base ad alcuni parametri. E' un piano molto elaborato ma che ci consente di tener conto delle realtà territoriale”. 

BAMBINI – “Abbiamo avuto due videoconferenze con l'osservatorio delle famiglie e alcuni parlamentari per le misure per l'infanzia. Stiamo lavorando ad alcune misure, oltre a quelle già attuate: sappiamo che avere dei figli a casa che non vanno a scuola crea difficoltà. Stiamo approntando un piano per l'infanzia e anche per l'estate: vi aggiorneremo presto”. 

Bruno De Santis

Napoletano, giornalista professionista dal 2006. Il calcio prima di tutto: poco bravo con i piedi, un po' di più (si spera) con la penna.

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