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Coronavirus, ecco il protocollo della Liga per ricominciare gli allenamenti

Così le squadre spagnole torneranno al lavoro nei prossimi giorni

CORONAVIRUS LIGA PROTOCOLLO / Il governo spagnolo ha annunciato oggi pomeriggio l'inizio della riapertura del paese in quattro fasi, un processo che includerà anche il campionato di calcio. Le squadre della Liga, infatti, potranno tornare ad allenarsi con sessioni individuali dal 4 maggio, con gruppi ridotti dal 18 e con allenamenti classici dal primo giugno. Se il contagio da COVID-19 continuerà a scendere, il progetto prevede il recupero delle giornate di campionato a partire dalla metà del prossimo mese. 

Il piano seguirà il protocollo trasmesso alle squadre circa 30 giorni fa. Prevede, anche questo, quattro fasi: preparazione agli allenamenti, allenamenti individuali, allenamenti per gruppi ridotti, sessioni collettive. Tra le linee guida generali, la Liga indica almeno 15 giorni di lavoro fisico precedenti al nuovo 'esordio', zone e attrezzature dei centri sportivi destinati esclusivamente alla prima squadra, costante disinfezione di ambienti e attrezzi, oltre alle norme distribuite a praticamente tutta la popolazione mondiale riguardanti distanza interpersonale e igiene delle mani.

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Coronavirus, protocollo Liga: ecco tutte le misure, dai tamponi alla disinfezione

Il documento consiglia addirittura di lasciare “il maggior numero possibile di porte aperte per evitare il contatto con le maniglie” e di “rimpiazzare mascherine e guanti al termine di ogni giornata lavorativa”. In seguito, si procederà a dividere la squadra in due gruppi: gli “immuni”, i contagiati dal COVID-19 che, passata la quarantena, non presentano più sintomi, e i non immunizzati, tra i quali a loro volta bisogna distinguere il personale di 'protezione alta' (giocatori, staff tecnico, magazzinieri, parenti e conviventi di tutti loro), e quello di 'protezione media' (addetti alla sicurezza e giardinieri).

I centri sportivi dovranno essere sottoposti a “un intenso processo di disinfezione” prima dell'arrivo di qualsiasi lavoratore, che ha l'obbligo di lavarsi le mani almeno una volta all'ora. Chiunque vorrà accedere agli stessi dovrà disinfettare indumenti e strumenti con i quali farà il suo ingresso. Nelle cucine, invece, dovrà esserci un solo cuoco, e l'eventuale nutrizionista dovrà lavorare in 'smart working'. Negli spogliatoi si potrà entrare solo con guanti e mascherine, così come nelle zone di fisioterapia, le quali andrebbero evitate “ove possibile” nelle prime due fasi (allenamenti individuali e in gruppi ridotti).

Limitazioni anche per la palestra, ambiente chiuso, la quale “va sostituita ogni volta che sia possibile col lavoro sul terreno di gioco”, e che sarà accessibile al massimo da due calciatori per volta. Misure rivoluzionarie anche nei trasporti per eventuali ritiri: bisognerà utilizzare vari bus per rispettare la norma di occupare un posto ogni cinque file, indossare ovviamente mascherine e guanti e disinfettarli dopo ogni tragitto.

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Coronavirus, ecco le quattro fasi per il ritorno in campo in Spagna

La prima fase, la preparazione agli allenamenti, prevede tamponi a tappeto per tutti i calciatori, staff tecnico e dipendenti del club e i loro familiari conviventi. I test saranno due, si svolgeranno nel giorno del raduno e 72 ore prima dello stesso, a domicilio o in una struttura attrezzata per realizzarli senza scendere dalle automobili.

Durante la seconda fase, l’allenamento individuale, i giocatori riceveranno i ‘compiti’ da svolgere telematicamente e li svolgeranno il giorno dopo nel centro sportivo, occupando i campi in due per volta, uno per ogni metà, per un totale massimo di otto giocatori presenti contemporaneamente nel centro sportivo. Durante questa fase, inoltre, sarà proibito lasciare il proprio domicilio ai giocatori e alle persone che convivono con loro, salvo casi di forza maggiore. In caso di uscite, bisognerà procedere a un nuovo tampone. Ogni club, quindi, dovrà far recapitare alimenti ai giocatori quotidianamente.

Nella terza fase, la squadra si dividerà in tre gruppi da otto, i quali non potranno coincidere all'interno del centro sportivo: ogni spogliatoio potrà ospitare al massimo tre giocatori per volta (ne serviranno tre per ogni allenamento, quindi) e dovrà essere disinfettato dopo ogni sessione.

L'ultima fase, l'allenamento collettivo, rappresenta il ritorno alla normalità, senza però “abbassare la guardia”. Il personale presente nei centri sportivi dovrà indossare guanti e mascherine, va limitato al massimo l'accesso allo stesso a persone esterne al club e bisognerà continuare, dove possibile, a utilizzare più spogliatoi. 

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Mirko Calemme

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