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Coronavirus, ESCLUSIVO Prof. Tarro: “Fine maggio in campo, si può! Col caldo, ritorno alla normalità”

Il virologo, intervistato da Calciomercato.it, si è espresso sulla pandemia in corso in tutto il mondo

EMERGENZA CORONAVIRUS PANDEMIA SERIE A ESCLUSIVO TARRO – L'emergenza coronavirus continua a tenere in scacco buona parte della popolazione mondiale. Nello specifico, in Italia, alla data di ieri, il totale delle persone che hanno contratto il virus è 201505. E mentre scendono i numeri dei ricoverati e salgono quelli dei dimessi/guariti, si discute anche della questione che riguarda il ritorno in campo della Serie A. Il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, ha esplicitamente detto che “il sentiero per la ripresa del campionato è sempre più stretto“. Di questo, e di molto altro, abbiamo parlato col Professor Giulio Tarro, virologo e primario emerito dell'Azienda Ospedaliera 'D. Cotugno' di Napoli.

Si parla moltissimo in questi giorni, in queste ore, della cosiddetta FASE 2. A suo avviso, siamo pronti per tornare ad una certa normalità dal 4 maggio?
“Innanzitutto, occorre utilizzare del buon senso e riferirsi sempre a casi precedenti. Per esempio, ricordo che quando ci fu il colera nel '73, ci fu la capacità da parte della popolazione napoletana, previamente informata e senza creare allarmismi, di comportarsi in modo adeguato. Ogni cosa va fatta un passo dietro l'altro e gradualmente. Inutile, adesso, parlare di vaccino – le parole di Tarro a Calciomercato.it – Ci sono percorsi lunghi da compiere e da rispettare per arrivarvi, ammesso che serva. Per quanto mi riguarda, credo che per il Sars Cov2 il vaccino sia completamente inutile. Gli antivirali e la terapia immunologica sono più che sufficienti a contrastare la diffusione di questo virus”.

Le sue recenti dichiarazioni sulla possibilità di uscire dalla pandemia in estate hanno fatto molto discutere: conferma questa previsione?
“In estate, quasi sicuramente, saremo abbastanza immunizzati e non ci sarà motivo di restare ancora agli arresti domiciliari forzati. Col caldo, tutto dovrebbe tornare alla normalità. Non a caso le latitudini africane, come dimostrato da studi scientifici recenti, non consentono una diffusione massiccia ed estesa del Sars Cov2. Ci sono solo piccole endemie qua e là”.

Pensa che il campionato di calcio possa riprendere a fine maggio, in questa situazione?
Può riprendere, così come gli altri sport. Servirà stare più attenti”.

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Vaccino o cura: allo stato attuale, cosa serve per uscire prima possibile da questa situazione?
“Se il virus ha, come sembra, una variante cinese e una padana, sarà complicato averne uno che possa funzionare in entrambi i casi, esattamente come avviene per i vaccini antinfluenzali che non coprono tutto. Per la SARS e poi con la sindrome respiratoria del Medio Oriente, non sono stati preparati vaccini. Si è fatto, invece, ricorso agli anticorpi dei soggetti guariti. Posso dirle che il Covid 19 potrebbe sparire completamente come la prima SARS, ricomparire come la MERS, ma in maniera localizzata o, cosa più probabile, diventare stagionale come l'aviaria. Per questo, serve una cura più che un vaccino. Sicuramente centrale è trovare una terapia che funzioni e che riesca a debellare il virus. L'antimalarico e la siero-terapia stanno funzionando”.

Infine, hanno fatto molto discutere, sulla stampa e sui social, le discussioni a distanza col suo collega, Roberto Burioni.
“Non voglio fare polemica, ma è curioso che ancora si ascolti chi il 2 febbraio diceva che il rischio di contrarre il virus fosse zero perché in Italia non circolava, quando invece era già in giro da tempo. In Italia, il virus circolava probabilmente già da moltissimo tempo. L'alta mortalità rispetto agli altri Paesi è dovuta non certo ad un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati. A gennaio, quando si è saputo dell'epidemia in Cina, l'Italia non ha fatto nulla. In Lombardia è scoppiata una 'bomba atomica', tutto in un lasso di tempo troppo breve a fronte della capacità del Sistema Sanitario. L'Italia ha chiuso i voli diretti con la Cina, senza controllare gli arrivi indiretti attraverso gli scali e quindi è stato possibile aggirare il divieto”.

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