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Serie A, i dubbi di Spadafora sulla ripresa: “Potrebbero essere i presidenti a chiedere lo stop”

Le parole del ministro dello sport: “La strada è sempre più stretta”

SERIE A SPADAFORA / La Serie A va verso lo stop. È il messaggio implicito contenuto nell'intervento del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, che interviene in diretta su 'La7' per fare il punto sul tema della ripresa: “Ad oggi sono in corso contatti tra comitato tecnico-scientifico e FIGC che aveva presentato un protocollo per la ripresa degli allenamenti, il comitato lo ha reputato insufficiente. Oggi dovrebbero esserci ulteriori contatti, però io ho sempre detto che la ripresa degli allenamenti non significa ripresa del campionato. Capisco che mi dicono di non lasciare tutti nell'incertezza, ma l'unico modo per non dare incertezza è fare come Francia e Olanda (interruzione dei campionati, ndr). Il sentiero per la ripresa della Serie A è sempre più stretto, il ritorno agli allenamenti sarebbe un segnale importante perché gli atleti hanno bisogno. I presidenti dovrebbero preoccuparsi di attrezzarsi per ripartire in sicurezza. Le decisioni che stanno prendendo gli altri Paesi potrebbero portare anche l'Italia a seguire una linea che diventerebbe europea”. Tutte le news di calciomercato e non solo: CLICCA QUI!

Quindi Spadafora aggiunge: “Credo e spero che ci fosse ironia da parte di Lotito. Noi non potevamo riaprire lo sport per tutti, così com'è stato per tutti gli altri settori. Ci sono milioni di persone tra tutti gli sport interessati a capire come ripartire. Tutti i settori dovevano ripartire contingentando i numeri. Fossimo ripartiti dagli sport di squadra, gli sport individuali avrebbero protestato. Noi abbiamo optato per far ripartire poche migliaia di persone tra professionisti di sport individuali e abbiamo deciso di stoppare gli sport di squadra, tra cui il calcio perché il protocollo per la ripresa non era sufficiente. Io credo che nei prossimi giorni potremo avere anche una sorpresa. Potrebbero essere anche i presidenti a chiedere di sospendere per prepararsi al meglio al nuovo campionato (2020/2021, ndr).

RISCHIO ZERO – “Non cerco il rischio zero perché non lo possiamo trovare come Italia o Paese. Per tutti quelli che ritornano a lavoro non c'è rischio zero. Io ho chiesto solo che il comitato tecnico-scientifico definisse attuabile il protocollo proposto dalla FIGC. Esempio: siamo sicuri di poter fare tutti i tamponi previsti dal protocollo della FIGC? Non solo per la Serie A, ma anche per gli altri campionati che non hanno risorse. Il calcio produce un fatturato e paga tasse allo Stato che consente di alimentare il fondo con cui sostenere tutti gli altri sport, sarei un folle quindi se volessi danneggiare il calcio. Però bisogna fare un passo avanti, io non posso dire oggi se a metà giugno se si potrà giocare. Mi auguro che il Paese stia meglio, ma non lo posso sapere ora. Inghilterra e Germania è vero che non si sono fermati, ma stanno pensando ad un piano B. In Inghilterra per esempio stanno pensando di trasmettere le partite in chiaro se si riparte, qui quando l'ho proposto sappiamo cos'è successo. Il mio dovere è aiutare le società, ma se non si potrà tornare in campo in sicurezza il campionato dovrà fermarsi. Il comitato tecnico-scientifico ha suggerito che l'ennesimo DPCM fosse a scadenza ravvicinata perché quelle due settimane serviranno per capire l'evoluzione dei dati. Sono ancora tantissime le persone che muoiono quotidianamente, però mi sembra assurdo che se ne accorgano tutti ma non 3-4 presidenti di Serie A”.

PORTE CHIUSE – “Quello è sicuro al 100%, di certo a porte chiuse se si riparte. Però sapete che le squadre di calcio non sono solo i calciatori, ma anche gli staff e tutto quello che serve per l'impianto. C'è una differenza sostanziale inoltre tra allenamenti e competizioni. Qualora ricominciassero le competizioni si tratta di squadra che devono anche spostarsi tra le Regioni. Migliaia di persone che si spostano. Non è detto che non possa accadare visto che dal 4 maggio se ne spostano milioni, ma bisogna vedere con che livello di sicurezza. Cosa accade adesso se oggi riprendiamo e un calciatore risulta positivo?”.

PIANO B – “Va fatto l'appello a Lega e FIGC di pensare ad un piano B per il calcio”.

RISPOSTA DEFINITIVA SUL CALCIO – “Sono convinto che al massimo entro questa settimana il comitato ci dirà se il protocollo per gli allenamenti è attuabile o meno, questo ci consentirà di dire in pochi giorni alla Lega se si potrà tornare agli allenamenti il 18 maggio. Sulla ripresa del campionato ora non si può sapere, decideremo con il comitato”.

Lorenzo Polimanti

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