Il vicepresidente dell’AIC: “Mondo professionistico di più basso livello e dilettantistico a rischio affossamento”
CORONAVIRUS SERIE A CALCAGNO / Intervenuto a ‘Sport Mediaset’, Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, si è espresso così sulle ordinanze regionali di Emilia-Romagna e Campania – come anticipato da Calciomercato.it – sulla riapertura dei centri sportivi per le società di calcio: “Sono provvedimenti in linea con le nostre richieste. I calciatori e le calciatrici vogliono tornare in campo, hanno voglia di ripartire. Che non significa ovviamente a tutti i costi, ma tutelando la salute dei ragazze e delle ragazze e anche di tutte le persone che sono intorno alla squadra. C’è bisogno di chiarezza e credo che nei prossimi giorni la avremo tutti quanti. Abbiamo sensazioni positive perché intanto, finalmente, tutto il nostro mondo compatto sta lavorando per la ripresa. La responsabilità che noi abbiamo, specialmente per far ripartire intanto gli allenamenti individuali e poi gradualmente tutto, con la massima sera in primis, è una responsabilità di sistema. I calciatori e le calciatrici ci stanno chiedendo di lavorare e di fare tutto il possibile perché si possa riprendere. Ripeto, non a tutti i costi ovviamente”.
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Calcagno ha poi proseguito sulla situazione del mondo del calcio, lato calciatori: “Che sia un periodo molto difficile e che le decisioni non siano semplici lo sappiamo, però dobbiamo anche capire se il nostro sport può permettersi la convivenza con questa epidemia, oppure se le cose debbano essere rinviate. La mia preoccupazione è che arrendersi o comunque rinviarle significherebbe poi rinviarle per un periodo molto lungo e se il nostro sistema non riparte, non riparte soltanto la Serie A, ma crea anche una serie di problemi anche alle categorie inferiori. Noi non ci dobbiamo scordare che la piramide è molto estesa, il nostro sport muove una ricchezza incredibile, ma anche tutto un indotto, sia interno per quanto riguarda le categorie inferiori, ma anche tutto il mondo dilettantistico, che una mancata ripartenza ovviamente creerebbe dei danni di sistema spaventosi. È per questo a nostra responsabilità è molto grande e dobbiamo trovare tutte le vie possibili per poter riprendere”.
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Infine, ancora sulla ripartenza dell’intero sistema: “È chiaro che se poi i comitati scientifici, i medici, perché noi a loro siamo affidati, ci diranno che non potremo riprendere ne prenderemo atto. Oggi dobbiamo lavorare perché ciò non avvenga o quantomeno per indagare se ciò possa essere evitato. Ripeto, il nostro indotto è al di fuori del sistema, a me preoccupa tanto tutto quello che la Serie A sviluppa all’interno del nostro sistema: la mancanza di ricchezza che potrebbe derivare dall’alto – ha concluso Calcagno – potrebbe affossare il mondo professionistico di più basso livello e quello dilettantistico. Noi abbiamo tanti ragazzi e ragazze che vivono di calcio e che certamente non sono dei privilegiati all’interno del nostro contesto”.
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