Juan Antonio Pizzi, ex attaccante del Barcellona ed ex tecnico della Nazionale cilena, analizza il momento del calcio internazionale.
“Arturo Vidal sarebbe perfetto per l’Inter e Lautaro è pronto per il Barça”. Non ha dubbi Juan Antonio Pizzi, che dopo una lunga carriera da attaccante (col Barcellona vinse sei titoli in due stagioni), ora è un allenatore entrato nella storia del Cile, col quale ha sollevato la Coppa America 2016. L’ex tecnico, tra le altre, di Valencia, San Lorenzo e Arabia Saudita, analizza su Calciomercato.it il momento del calcio internazionale e i rumors di queste settimane.
Come sta vivendo la quarantena?
“Qui in Argentina cerchiamo di tener presente l’esperienza che vivete in Europa, sono state prese misure di distanziamento sociale in tempo. L’attenzione è massima e devo dire che le istituzioni sono riuscite a posticipare il picco di contagi di qualche settimana”.
Crede sia giusto far ripartire i campionati?
“Bisogna essere responsabili e fidarsi di ciò che dicono i medici in base all’evoluzione dell’epidemia. Dobbiamo salvaguardare la salute: so che ci saranno danni economici ed emozionali pesanti, ma questi potranno essere riparati in seguito. Alla morte, invece, non c’è rimedio. Ovviamente, mi piacerebbe rivedere presto qualche partita, ma la realtà è che ci troviamo in una situazione imprevedibile e dobbiamo essere pazienti”.
Di quanto tempo avrebbero bisogno i calciatori per ripartire?
“Il processo dev’essere lo stesso di quando si ricomincia la stagione dopo la pausa estiva. Bisogna organizzare un ritiro di almeno una ventina di giorni e giocare un paio di amichevoli prima di tornare a competere ad alti livelli. Sarebbe un rischio enorme farlo prima”.
E si giocherebbe senza tifosi.
“Ho vissuto gare a porte chiuse sia da allenatore che da giocatore. È un contesto strano, diverso, i giocatori tarderanno 4-5 partite prima di abituarsi: il livello di concentrazione in uno stadio vuoto non è mai lo stesso di quando hai di fronte decine di migliaia di tifosi. Il rendimento ne risente”.
Quale squadra europea le stava piacendo di più in questa stagione?
“Come punto di riferimento in questi mesi ho visto il Liverpool di Klopp, nonostante l’eliminazione in Champions. A livello di gioco, risultati e individuale lo reputo davanti a tutti. Poi mi piacciono stili diversi: dalla filosofia dell’Atletico Madrid, che si muove conoscendo alla perfezione i dettami di Simeone, alla bella Atalanta di Gasperini, che ha mostrato un livello molto alto. Da parte mia, ho sempre cercato di convincere i giocatori che il calcio è più produttivo quando sei protagonista tenendo il possesso palla e recuperandolo nel minor tempo possibile”.
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È mai stato vicino al campionato di Serie A?
“Da calciatore ebbi l’opportunità ma non riuscii a coglierla, come allenatore c’è stato qualche contatto con diversi club, però non siamo mai arrivati a una trattativa concreta”.
Le piacerebbe allenare in Italia?
“Il calcio europeo affascina qualsiasi allenatore. Non sai mai quando l’opportunità possa presentarsi, e nel frattempo bisogna studiare per farsi trovare preparati”.
Nel Cile ha lavorato con Arturo Vidal, che è da mesi nel mirino dell’Inter.
“Il calcio italiano è il contesto ideale per le caratteristiche di Arturo. Basa tantissimo il suo gioco sull’intensità, sul fisico, e alla Juventus si è visto. Mi parlava benissimo di Conte: se decidesse di lasciare il Barcellona, credo che l’Inter sarebbe ideale per lui”.
Che consiglio darebbe, invece, ad Alexis Sanchez?
“Credo che Alexis abbia mostrato il suo miglior volto all’Arsenal. Probabilmente la Premier è il campionato ideale per lui. Deve ‘resettarsi’, tornare a credere nelle sue enormi qualità, ha tutto per essere nuovamente un top. Ha bisogno di un allenatore che lo conosca, che gli dia fiducia, lo tranquillizzi. Si vede tanto la sua voglia di dimostrare tutto e subito, deve recuperare serenità ed essere consapevole che il ritmo e la continuità si ritrovano col tempo”.
Lautaro è pronto per il Barcellona?
“Credo che abbia un potenziale incredibile e che rappresenti il tipo di attaccante perfetto per la filosofia del Barça: partecipa benissimo all’azione e ha un enorme fiuto del gol. Se decidesse di approdare in azulgrana, sono certo che farebbe benissimo”.
Ai suoi tempi, Ronaldo fece il tragitto inverso…
“È vero. Al Barcellona ci godemmo il miglior Ronaldo della sua carriera. Nella stagione 1996/97 era impressionante, inarrestabile: tecnico, potente, goleador, elegante… Un numero uno. All’Inter e al Real Madrid fece benissimo, ma non ho mai più visto il livello straordinario che mostrò con noi. Era all’altezza di Messi e di Cristiano Ronaldo”.
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