Si alleggeriscono ospedali e terapie intensive, ma la fondazione avverte: gli effetti delle riaperture del 4 maggio si vedranno nei prossimi giorni.
ROMA – Riaprire sì, ma serve ancora calma e prudenza. È il risultato dello studio condotto dalla Fondazione GIMBE che sta monitorando l’evoluzione dell’emergenza Coronavirus in Italia e tramite il presidente Nino Cartabellotta avverte sui rischi di riaperture frettolose. “L‘impatto dell’allentamento del lockdown avvenuto lo scorso 4 maggio potrà essere valutato solo tra il 18 maggio e la fine del mese, peraltro presupponendo che la comunicazione dalle Regioni alla Protezione Civile avvenga in tempo reale – spiega Cartebellotta -. In sostanza i dati sull’andamento dei contagi che informeranno le eventuali riaperture del 18 maggio fotografano ancora la fase di lockdown. Il “contagioso” entusiasmo per la fase 2 sta generando un pericoloso effetto domino sulle riaperture rischiando di vanificare i sacrifici degli italiani. Infatti, decidere la ripresa di attività e servizi sulla base di dati che, occupazione di posti letto a parte, riflettono ancora il periodo del lockdown, aumenta il rischio di una seconda ondata all’inizio dell’estate“.
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