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Serie A, Spalletti: “Sarei contento della ripresa. Il calcio è uno strumento per la normalità”

Torna a parlare Luciano Spalletti. L’ex allenatore di Inter e Roma si è soffermato sulla situazione attuale senza dimenticare il suo passato. 

MILANO – L’ex allenatore dell’Inter, Luciano Spalletti, ha preso la parola oggi a ‘Sky Sport’ partendo dalla ripresa del campionato e dal momento generale: “È il più grande infortunio di massa dello sport in generale. I calciatori si sono fermati all’improvviso e come si ripresenteranno dipenderà dalla come ognuno di loro avrà dialogato con il suo corpo. C’è da fare un plauso ai medici e agli infermieri. È stata una dimostrazione di cosa significhi lavorare per il bene degli altri. Quando siamo costretti a cambiare in corsa non esiste una soluzione equa per tutti. Le persone vogliono vedere il calcio. Sarei contento di veder ripartire il campionato. Il calcio è uno strumento per tornare alla normalità”. Tutte le news di calciomercato e non solo: CLICCA QUI!

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INTER – “Ricordo più bello? Siamo arrivati in fondo con il fiato sul collo di chi restava fuori dalla Champions.A Roma contro la Lazio è stato uno dei momenti che mi hanno fatto gioire di più. Anche il secondo derby in casa del Milan. Rivedere il popolo interista gioire di nuovo è stato qualcosa di bello. Sottovalutato il mio lavoro? Il raggiungimento della Champions, dopo lo scudetto è l’obiettivo più importante. Chiaro che la Champions è particolare. E’ meglio di vincere la Coppa Italia, se lo chiediamo a chi ha vinto e non si è qualificato ti risponde così. La Champions ti mette nelle condizioni di far parte dell’élite. Spogliatoio? Abbiamo avuto difficoltà. Purtroppo non ho mai fatto usare la squadra per interessi personali dei giocatori. Non ho mai barattato gli obiettivi di squadra per la mia immagine personale. O si fanno le cose in maniera professionale per gli obiettivi oppure ci si mette mano. I panni sporchi si lavano in famiglia, a volte si portano alla lavatrice a gettone”. 

Sulla Roma invece: “Era una squadra baciata dal sole di Roma. Era una squadra fatta di calciatori che si passavano la palla senza mai mettere in difficoltà i compagni. Per far così ci va tanta qualità, loro l’avevano”.

FIORENTINA – “Non conta il progetto o la possibilità di spendere 200 milioni in un mercato. Io ritorno ad allenare perché mi piace questo lavoro e non vedo l’ora di farlo il prima possibile. Con quello che è successo bisogna essere pronti ad allenare anche sei mesi, non serve il progetto. Bisogna allenare ciò che ti viene messo a disposizione e migliorarlo. Penso che la Fiorentina sia in buonissime mani, perché Iachini ha dimostrato di avere le carte in regola per poter ambire a fare campionati di alta classifica. Lo dico da simpatizzante della Fiorentina e da conoscente di Iachini. Negli ultimi tempi poi la Fiorentina si è anche un po’ espressa dicendo che Spalletti si porta dietro un problema che per noi diventa difficile metterlo a posto. Meno male che si sono accorti solo di quello (ride, ndr)”.

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