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Chiellini sul morso di Luis Suarez: “Lo stimo, anche io sono un figlio di mign…”

Ancora un passaggio che farà discutere dall’autobiografia di Chiellini: il difensore racconta il morso di Luis Suarez, “non c’era bisogno di scuse”

Nel corso della sua autobiografia, che ha già regalato tantissimi titoli in questi giorni, Giorgio Chiellini è tornato anche su uno degli episodi più controversi della sua carriera: il morso di Luis Suarez durante il Mondiale 2014. Il capitano della Juventus ha definito l’attaccante del Barcellona “il classico ragazzo di strada”, in grado di usare i difensori “come una sponda” come si faceva per strada all’oratorio. “Ammiro la sua malizia”, dice il difensore, “se la perdesse, diventerebbe un attaccante normale”.

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Chiellini Luis Suarez
Chiellini e Luis Suarez (Getty Images)

Juventus, Chiellini: “Luis Suarez non doveva scusarsi”

“Quella volta del famoso morso ai Mondiali, in Brasile, non era successo proprio nulla di strano”, racconta Chiellini, “avevo marcato per quasi tutta la partita Cavani, altro bel tipo impegnativo con cui non ci siamo fatti mancare niente. Poi, mi sono sentito mordere la spalla e stop”. Il capitano bianconero quasi giustifica il gesto del suo avversario, ribadendo la sua grande stima: “Suárez è andato oltre, ma quella in fondo è la sua strategia del contatto nel combattimento, e se posso dire è anche la mia: io e lui ci somigliamo e mi piace incontrare attaccanti così. Sono stato il primo, dopo qualche giorno, a parlargli al telefono: non aveva bisogno di scusarsi”.

Lo juventino, in seguito, ammette candidamente: “Anch’io in campo sono un gran figlio di mignotta e ne vado fiero: le malizie fanno parte del calcio, io neanche le chiamo scorrettezze. Per sopraffare l’avversario devi essere furbo, io lo sento quando è necessario o meno provocare, è qualcosa di irrazionale, quasi una percezione emotiva”.

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