Il primo ministro interviene alla Camera e poi al Senato per fare il punto sulle riaperture dopo il lockdown.
ROMA – Grande attesa per l’informativa del premier Giuseppe Conte che prima alla Camera poi al Senato fa il punto sulla gestione della ‘Fase 2’ e le riaperture dopo il lockdown.
EMERGENZA – “Sono qui nuovamente in Parlamento per condividere con voi gli indirizzi che il Governo sta perseguendo allo scopo di riavviare il motore economico e produttivo del Paese dopo aver superato la fase più acuta dell’emergenza sanitaria. Abbiamo davanti una sfida non meno insidiosa di quella affrontata all’inizio dell’emergenza. Per tutelare i beni primari della persona siamo stati costretti a limitare più possibile gli spostamenti, a imporre il distanziamento a sospendere ogni attività che contemplasse il contatto. Gli italiani hanno compreso il rischio e condiviso il grande sforzo collettivo. Salvo limitate eccezioni prontamente sanzionate, le misure sono state rispettate. Se oggi possiamo constatare che il peggio è alle nostre spalle, e lo affermo con prudenza, lo dobbiamo ai nostri cittadini. Non tutti avrebbero allora assunto decisioni così sofferte, suscettibili di incidere su alcuni dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione. Dopo tre mesi dal primo caso di Codogno, possiamo affermare di aver preso la decisione giusta”.
FASE 2 – “Con la stessa determinazione ritengo oggi doveroso, pur in presenza di un quadro epidemiologico non completamente risolto, di prendere una decisione verso il ritorno alla normalità. Tutti ormai conosciamo meglio il virus, sappiamo come proteggerci. Mi rivolgo a tutti e soprattutto ai giovani, in questa fase più che mai rimane fondamentale anche quando siamo all’aperto il rispetto delle distanze e ove necessario l’utilizzo delle mascherine. Occorre fare attenzione, esporre se stessi al contagio vuole dire esporre anche i propri cari. Abbiamo disposto un piano di monitoraggio dei contagi che ci permetterà di intervenire in luoghi specifici se si dovessero avviare nuovi focolai. In alcune zone potrebbe aumentare il contagio, ma è un rischio che abbiamo calcolato e dobbiamo accettarlo. Non possiamo fermarci in attesa del vaccino, altrimenti non ripartiremo mai. La permanenza di misure così severe oltre il tempo necessario a invertire la curva del contagio sarebbe irragionevole e incompatibile con i principi della nostra Costituzione. Abbiamo inserito le residue limitazioni alle libertà fondamentali in disposizioni di rango primario. La scorsa settimana abbiamo adottato il decreto legge numero 33 che limita gli spostamenti solo all’interno delle Regioni e allo Stato. Restano confermate le limitazioni ai positivi al virus e chi ha avuto contatti stretti con persone positive. Il DPCM del 17 maggio contiene misure specifiche per le riaperture. Da lunedì 18 maggio disciplina l’andamento della Fase 2 articolato secondo una scansione temporale ben definita. Attività commerciali al dettaglio e ristorazione la riapertura è del 18 maggio, nel rispetto dei relativi protocolli sono stati aperti anche servizi della cura alla persona. Dal 25 maggio palestre e piscine, dal 3 giugno si potrà arrivare in Italia senza quarantena, dal 15 giugno riapriranno cinema e strutture per l’infanzia. Non confidiamo soltanto nella disciplina dei singoli, abbiamo articolato un’importante serie di controlli. Li stiamo potenziato tramite test molecolari utili anche al fine di mappare la diffusione del contagio. Sono stati fatti fin qui oltre 3 milioni di tamponi, siamo al primo posto per numero di tamponi per abitante. È importante incrementare l’utilizzo dei test molecolari. Lunedì 25 maggio partiranno test seriologici gratuiti su un campione di 150mila cittadini“.
APP IMMUNI – “Il Governo col decreto legge 28 ha introdotto una disciplina per introdurre l’app Immuni. Nei prossimi giorni partirà la sperimentazione e il codice potrà essere conosciuto da chiunque, i dati verranno usati solo per tracciare i contagi”.
TRATTAMENTO DEI PAZIENTI – “I posti letto in terapia intensiva sono pari a 7864, incremento del 52% rispetto all’inizio dell’emergenza. In prospettiva anche grazie al decreto Rilancio, con uno stanziamento di oltre 3 miliardi, potremo rendere stabile l’incremento di posti in terapia intensiva e sub-intensiva”.
DECRETO RILANCIO – “Siamo consapevoli che le riaperture non sono sufficienti a riaccendere il motore. Di fronte allo shock di una tale portata è necessaria un’azione costante e prolungata. Con il decreto Rilancio il Governo ha proseguito nel suo sostegno ma ha compiuto anche un passo in più ponendo le basi per la ripresa del Paese. Un testo molto complesso che supera l’entità di una tradizionale manovra economica, tanto per la portata quanto per lo spettro di interventi che consente. Sostegno non è incompatibile con rilancio”.
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